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Milan Torino, Pastore CRITICA Fonseca: «Una scelta che non si capisce e ancor meno si commenta»

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In un post sul proprio profilo Instagram, il giornalista de Il Foglio Giuseppe Pastore ha criticato Fonseca dopo Milan Torino

Le parole in un post sul proprio profilo Instagram, del giornalista de Il Foglio Giuseppe Pastore che ha criticato Fonseca dopo Milan Torino:

LE PAROLE – «Il Torino non vinceva in casa del Milan dall’85 (0-1 gol di Schachner) e non ci sarebbe stato proprio niente da dire, se non altro perché aveva in campo l’attaccante più in forma e l’esterno migliore. Sospetto anche l’allenatore, perché da debuttante in Serie A a 52 anni Paolo Vanoli si è presentato in panchina con l’umiltà di andare sul sicuro e impartire nuovi codici a un undici affidabile. Ma a calcio oramai si giuoca in sedici e dei cambi un po’ disperati, un po’ isterici, un po’ istintivi e intuitivi sono serviti a Fonseca per evitare la grigliata che era toccata poco dopo Ferragosto al povero Giampaolo, cui era bastata la prima di campionato per spargere nell’aria l’odore della disfatta, a Udine perdendo 1-0 dopo aver stravolto inspiegabilmente una formazione ben più povera del Milan attuale.
Tuttavia Saelemaekers terzino sinistro per 60 minuti è una scelta che non si capisce e ancora meno si commenta, e presentarsi con una coppia centrale formata da Loftus-Cheek e questo Bennacer vuol dire non aver mai visto una partita del Milan 2023-2024. En attendant Fofana le voragini sono quelle antiche dell’ultimo Pioli, così come la leadership rivedibile di taluni che poi sono sempre i soliti. I subentrati contribuiscono con due assist e due gol: un Morata subito sul pezzo, un Reijnders imprescindibile anche al 40%, un guizzo di locura come il cambio Musah per Pulisic che se da un lato ha tolto dal campo uno dei pochi giocatori che sapeva vedere la porta, dall’altro ha restituito al Milan il necessario equilibrio. Vanoli fa tutto bene fino all’85, poi finisce l’ossigeno un po’ anche a lui. La sua prima panchina da giocatore di Serie A risaliva all’8 settembre 1996, a San Siro in casa del Milan, da riserva del Verona cucinato a fuoco lento dalla cavalcata di Weah; la sua prima panchina da allenatore di Serie A, in circostanze analoghe, ha avuto un finale molto più brutale
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