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Milan, TRE PROBLEMI da risolvere per diventare grande davvero: Europa League e secondo posto in palio, i “casi aperti” per Pioli
Milan, TRE PROBLEMI da risolvere per diventare grande: quali sono i “casi aperti” per Pioli per l’assalto ad Europa League e secondo posto
Premessa: il Milan con il 4-2 di San Siro contro lo Slavia Praga ha messo un mattoncino importante verso la qualificazione ai quarti di Europa League. Mancano ancora i 90′ in terra ceca, è vero, ma i due gol di scarto sono un buon vantaggio per presentarsi all’appuntamento di ritorno. Eppure la prestazione di ieri ha lasciato un retrogusto agrodolce: in 10 contro 11 dal 27′ del primo tempo causa espulsione di Diouf (netta, piede a martello sulla caviglia di Pulisic), i rossoneri avrebbero potuto condurre diversamente la partita. Sopra di due gol a fine primo tempo, il Diavolo si è prima fatto infilare da Schranz per il 3-2, poi ha addirittura rischiato di subire il pareggio quando l’errore nel rilancio di Kjaer avrebbe potuto spalancare la via del 3-3 a Masopust. Dettagli. Sì, ma sono proprio i dettagli a segnare in maniera indelebile una stagione. Per questo motivo, con la vittoria dell’Europa League e la conquista del secondo posto come obiettivi ancora in ballo, questo Milan deve risolvere TRE problemi.
1. Saper ‘ammazzare’ le partite. È stato il problema principale di Milan Slavia Praga, così come in diverse partite in cui sono stati buttati via dei punti. Sopra di due gol e di un uomo, la squadra di Pioli avrebbe potuto (e dovuto) chiudere il discorso qualificazione già ieri sera, nella partita d’andata. Invece, salvo una doppia chance in avvio di ripresa di marchio Reijnders-Leao, il Diavolo ha finito per lasciare campo ad un coraggioso Slavia, riuscendo a contrattaccare (fino al lampo finale di Leao-Pulisic) con tentativi parecchio sterili.
2. Errori individuali e gol subiti. Sono stati molti, anche da chi non ti aspetti, gli errori individuali nel match di EL. I difensori che portano palla molto alti e sbagliano l’uscita (complice uno Slavia tutto rintanato dietro), Kjaer che regala un sanguinoso pallone in area lisciando l’intervento (e Masopust che, fortunatamente, non ringrazia), la scelta di difendere con una linea anziché due sulla punizione che porta al 3-2, lo stesso Theo Hernandez che si dimentica di Schranz e lo lascia colpevolmente solo. Alcuni, questi, dei punti da correggere tecnicamente e tatticamente per far sì che non riaccadano più queste situazioni. Che nell’arco della stagione, comunque, si sono già più volte presentate: da errori individuali il Milan ha visto rimescolarsi le carte di parecchie partite. Basti pensare che nel 2024, quindi nelle 14 partite disputate tra campionato, Coppa Italia ed Europa League, ha subito ben 20 gol. Troppi.
3. Continuità nei 90 minuti. Questo è un punto strettamente collegato a quelli precedenti, perché molto probabilmente ne è la causa. Capita infatti che il Milan stacchi a tratti la spina nell’arco dei 90′, indirizzando la sfida in due strade: o concede troppo campo agli avversari, permettendogli di presentarsi con pericolosità dalle parti di Maignan, o non esprima con costanza tutto il suo potenziale offensivo per chiudere le partite. Leao ne è un esempio: quando si accende è un giocatore fuori categoria, per tutti. Lo testimonia sì il primo assist a Giroud di ieri, ma soprattutto la straordinaria cavalcata poi ribadita in rete da Pulisic. La sua classe e le sue qualità non le scopriamo di certo oggi: tecnicamente è disarmante, quando non segna fa segnare i compagni, incide in maniera importante nello sviluppo offensivo della squadra. E se lavora sulla continuità nei 90′ può davvero fare quello step da fenomeno a fuoriclasse assoluto.