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Mirabelli: «Il Milan non può dipendere da Ibra, su Donnarumma e Calha…»
Massimiliano Mirabelli ha rilasciato una lunga dichiarazione per Milan-Torino. Tanti i temi trattati: da Donnarumma a Ibra, sino a Bellotti
Massimiliano Mirabelli ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport. Ecco le sue parole:
Sulla gestione 2017/2018: «Il vero problema era la società, la cui proprietà non risultava chiara alla gente. Noi dirigenti venimmo colpiti di riflesso. Non viene mai messo abbastanza in risalto il fatto che noi salvammo un enorme patrimonio del Milan, rinnovando i contratti ai vari Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Gabbia. E pure Cutrone: che poi, così, garantì una ventina di milioni quando fu venduto nel 2019. Quando arrivammo, trovammo tantissimi contratti in scadenza. Non era semplice, ma facemmo un lavoro egregio per il club. In quell’estate del 2017 prendemmo 11 giocatori nuovi, al 1° anno tornammo subito in finale di Coppa Italia e in Europa, e ancor oggi 5 o 6 titolarissimi sono della nostra gestione. Però io non avrei mai ceduto 2 giovani talenti importanti come Locatelli e André Silva, che ora segna in Bundesliga: e farebbe ancora comodo. Con noi stava nascendo un bel Milan, verde e forte. La base l’abbiamo creata noi. Penso a tanti giocatori, ma come detto anche al patrimonio del club. Infatti se oggi la squadra è ai vertici, un buon 50% deriva dal nostro lavoro».
Su Ibrahimovic e il cammino del Milan: «I rossoneri non possono dipendere da un giocatore di 39 anni. Ibra è un campione e lo conosciamo, arriverà anche a 15 gol in stagione, ma la mia idea è che Zlatan è una sorta di superciliegina. Servono altri giocatori per far grande questa squadra».
Sull’ipotesi Belotti al Milan: «È uno degli attaccanti più forti italiani, insieme a Immobile. Penso che qualora andasse al Milan al termine di questa stagione, sarei più che contento, visto che era una mia priorità nel 2017. Per il momento resta un punto fermo per Giampaolo».
Sul rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu: «Spero che entrambi restino al Milan. Il coltello dalla parte del manico però c’è la Raiola. A febbraio possono firmare per qualsiasi squadra. Penso che alla fine rinnoveranno ma a bilancio il club rossonero dovrà fare qualche conto».
Su un possibile futuro lavoro come direttore sportivo granata: «Sarebbe per me un onore. Il Torino è uno dei più club gloriosi d’Italia. Spero si salvi e che possa tornare a cavalcare le orme europee il più presto possibile. Quella è la sua dimensione».
Sulla Juventus: «Tutti possono vincere lo scudetto quest’anno. La Juve è in grande ritardo, rispetto alle scorse stagioni. Soffre non la rosa ma il cambiamento tecnico: nuove idee e schemi di gioco. Pirlo è ancora inesperto e si è visto in molti casi. Sono troppi i punti persi con le piccole. La mia non è una critica ma un’analisi obiettiva. Questa squadra ha battuto il Barcellona e il Milan, ma è capace anche di non qualificarsi alla zona Champions. Ha perso identità».
Sul Torino e il mercato: «Penso che si salverà, io ci spero. Cairo ha speso molto bene sul mercato e ha prelevato giocatori di grande qualità, su tutti Ricardo Rodriguez. Al Milan lo presi per due motivi: qualità tecnica ed esperienza internazionale. Gioca da anni in Nazionale svizzera».