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Mirabelli: «Rinnovo Donnarumma? Raiola ha già vinto. Ecco perché…»
Massimiliano Mirabelli torna a parlare della trattativa per il rinnovo di Gianluigi Donnarumma con Raiola. Il portiere andrà in scadenza a giugno
Intervenuto su Telelombardia, Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, ha così parlato del rinnovo di Gigio Donnarumma in scadenza di contratto nel giugno 2021: «Donnarumma, secondo me, è tra i tre portieri più forti al mondo ed è rappresentato da uno dei migliori agenti al mondo. Le difficoltà ci sono oggi, così come c’erano ieri. Quando c’eravamo noi, era più difficile, perché eravamo appena arrivati a c’era subito questa grana, mancava poco alla scadenza del contratto. Mi meraviglio del fatto che il Milan, che aveva tanto tempo per chiudere, si sia ridotto a trattare quando mancano 9 mesi alla scadenza del contratto. Un conto è affrontare una problematica così, con un agente difficile, quando mancano tre anni alla scadenza e un conto è affrontare una problematica di questo tipo quando mancano pochi mesi alla scadenza del contratto. A mio avviso, Raiola è stato bravo e oggi ha a sua disposizione un calcio di rigore senza portiere. Comunque vada, avrà vinto. Farà un gran colpo sia in caso di rinnovo sia in caso di mancato rinnovo».
IL PRECEDENTE – «Il mio primo incontro con Raiola per Donnarumma? Durò cinque minuti. Mi disse che non aveva rinnovato con il suo amico Galliani e che quindi non era possibile rinnovare con noi, dal momento che non ci conosceva. Trattare con Raiola è veramente difficile, è uno dei migliori al mondo, gli piace anche fare lo show. Riesce a ottenere il massimo sia per i propri assistiti sia per se stesso. Le commissioni? Qualsiasi agente si affida alle commissioni. Quando si tratta di spostare i giocatori, si utilizza sempre questa parola, specie per i parametri zero. Noi abbiamo cercato in tutti i modi di difendere il nostro club. Credevamo fosse giusto così. Le commissioni non deve essere qualcosa di oneroso per la società».
CLAUSOLA RESCISSORIA – «Riuscimmo a toglierla. Non avevamo nessun tipo di condizionamento. Il Milan poteva decidere il futuro del giocatore. Avendolo patrimonializzato, avrebbe potuto anche cederlo».