Archivio
MN24, ESCLUSIVA Jacobelli: “Uefa, il Milan è a un bivio”
Apprezzato giornalista e opinionista sportivo, Javier Jacobelli ha parlato in esclusiva ai microfoni di MilanNews24, esponendo la propria visuale in merito al probabile addio al Milan di Mihajlovic a fine stagione ventilato ieri (LEGGI QUI) e sugli scenari rossoneri per l’anno a venire.
ESCLUSIVA JACOBELLI –
Secondo lei il rapporto non facile con Berlusconi, i discorsi sul “bel giuoco” e l’ultima provocazione sul diktat di vincere tutte le partite fino al termine della stagione, possono rappresentare il motivo principale alla base della scelta di Mihajlovic?
Intanto non esiste una squadra al mondo che possa vincere tutte le partite, nemmeno il Barcellona, a maggior ragione il Milan che ha un organico inferiore a Juve, Inter, Napoli e sta su per giù a livello della Fiorentina. Se venisse confermato l’addio di Mihajlovic a fine stagione bisognerebbe riflettere però seriamente sui quattro allenatori cambiati da gennaio 2014 ad oggi (Allegri, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic) e sul problema essenziale di questa società. Se non arriverà il terzo posto di certo la responsabilità non sarà di Mihajlovic, al quale va riconosciuto l’indubbio coraggio di aver lanciato in Prima Squadra un ragazzo di 16 anni come Donnarumma. Non so quanti allenatori lo avrebbero fatto al suo posto.
Le prospettive del Milan. Che stagione sarà la prossima?
Il primo presupposto è che il Milan centri almeno l’Europa League, e a questo punto non è così scontato visto che con la nuova norma non basta entrare in finale di Coppa Italia per ottenere l’accesso all’EL. In secondo ordine mi preoccuperei dei 480 milioni che lo scorso 31 luglio sarebbero dovuti entrare nelle casse rossonere dalla cordata di Mr Bee per ripianare i bilanci. Per questo la missione di Barbara a Nyon è fondamentale. L’Uefa non scherza e l’ha dimostrato escludendo per un anno il Galatasaray dalle coppe europee. Il Milan al pari dell’Inter è sotto osservazione. I risvolti possibili perciò sono due, se si vuole evitare pesanti sanzioni: la ricapitalizzazione di Fininvest o l’entrata in società di nuovi partner.