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NIANG non te la prendere, la SCALA DEL CALCIO non fa sconti a nessuno

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Partiamo in ordine cronologico con l’ultima e opaca prova del Milan. Contro il Crotone, ben messo in campo con un 4-4-2 ordinato. I tifosi rosso neri accorsi allo stadio in 40 mila, per sostenere la squadra. Ma di fronte alla prestazione dei ragazzi di Montella non potevano esimersi dal fischiare. Sosa e Niang avulsi e fuori dal gioco, per il francese anche un rigore sbagliato. Non c’è da meravigliarsi, visto che il pubblico di San Siro è abituato a ben altro. E che soprattutto anche campioni di livello assoluto hanno subito lo stesso trattamento. La maglia del Milan “pesa” e non tutti reggono questa pressione. Lo stesso vale per i tifosi, che di fronte ad una prestazione scadente manifestano il loro stato d’animo.

Il discorso non è neanche se sia giusto o sbagliato fischiare. Perché il pubblico paga un biglietto, se lo spettacolo proposto non è di gradimento si lamenta. Anche i calciatori dovrebbero farsi un esame di coscienza. Nella storia del Milan si ricordano sconfitte clamorose. L’eliminazione dalla Champions League nel girone da parte del Rosenborg. Sconfitte in campionato evitabili, l’accusa di snobbare gli avversari.

Un grande campione come Seedorf sbottò nel 2009. Dopo essere stato fischiato, al momento di un goal fece un gesto verso i supporters. Criticando il fatto che i tifosi debbano supportare per 90 minuti la squadra. Reazione lecita, però se la gente affluisce allo stadio vorrebbe vedere anche uno spettacolo degno di nota. Questa potrebbe essere l’altra faccia della medaglia. E’ ovvio che nulla ha a che fare con la decisamente poco riconoscente pioggia di fischi diretti a Maldini il giorno del suo ritiro. Lì esula dallo spettacolo o dall’impegno.

Non è neanche vero che se uno non va allo stadio non tiene alla squadra. In molti hanno abbandonato San Siro per lo scarso impegno dei giocatori. Entusiasmo ritrovato non solo perché si è secondi, ma per la professionalità messa da tutti. San Siro è pur sempre la Scala del Calcio, teatro di mille battaglie e vittorie. Solo al pensiero di andare a Milano gli avversari speravano di non prenderne 4. Come dichiarato anche da Christian Abbiati qualche tempo fa.

Al Milan nessun tifoso potrà rimproverare le finali perse o i secondi posti. Quello che vuole vedere il tifoso sono giocatori che escono dal campo con la sudata. Poi la vittoria si festeggia, la sconfitta si accetta.

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