HANNO DETTO
Nocerino: «Con Ibrahimovic gli alibi del cambio societario sono spariti»
L’ex centrocampista del Milan Antonio Nocerino ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Nicolò Schirà
Antonio Nocerino tra ricordi e commenti sul Milan attuale. L’ex rossonero ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante una lunga intervista ai microfoni di Nicolò Schirà.
ARRIVO AL MILAN – «Mi ingaggiarono per soli 500mila euro, una cifra impensabile oggi. Un affare clamoroso per il Milan, che fa capire anche come il Palermo volesse “liberarsi” di me e non mi trattò da bandiera. C’erano gli Europei all’orizzonte, andai in una grandissima squadra e ricca di campioni. Già dal numero che dovevo scegliere sudavo, non sapevo cosa fare e temevo di pestare i piedi a qualcuno. Pirlo mi disse di prendere la 21 in Nazionale, mentre al Milan presi la 22. Non l’avessi mai fatto, era di Kakà e i giornali impazzirono: “Ha distrutto il numero di Kakà, non è da Milan…”. Nel primo mese venni distrutto, però vengo da un posto che mi ha fatto diventare grande velocemente e ho la testa molto dura. Qualche critica non mi ha abbattuto, avevo avuto esempi importanti e lavorando mi sono conquistato la stima di tutti. Nel primo allenamento, mi sono scontrato con Ibra e sono volato per 5/6 metri: lì ho capito che, o lavoravo il triplo degli altri, o non avrei ottenuto nulla. Vedendo Gattuso, che poi è diventato un amico e un esempio, ho iniziato a lavorare duramente, sono diventato titolarissimo e ho segnato proprio contro il Palermo la mia prima rete col Milan. Da lì ho iniziato a prendermi spazio e ho capito che ero sulla buona strada. Il difficile era continuare così: andavo sempre al limite, non mi risparmiavo e volevo vincere la sfida-Milan, facendo cambiare idea a chi mi aveva massacrato. Ho fatto un’annata straordinaria, tantissimi gol (11) e sono stato convocato a furor di popolo all’Europeo, facendo ricredere i critici: è stata la più grande soddisfazione della mia carriera calcistica. La Curva Sud mi ha subito adottato, perchè davo tutto. Io non avevo le qualità di Seedorf o Ronaldinho, però la maglia del Milan mi faceva sentire invincibile e mi trasformava in un “supereroe”: sapevo che potevo contare su degli uomini incredibili, su un pubblico che mi ha subito accolto e mi ha dedicato uno storico e bellissimo coro (“Oh Nocerino, picchia duro, facci un gol/Chiamato Mister X, per due soldi è giunto qua/Adesso gioca segna ed esulta con gli ultrà”), e su un Milan che era una grande squadra.»
VECCHI COMPAGNI – «Boateng è un grande, una persona meravigliosa che è l’opposto di quello che la gente pensa. Le etichette sono sbagliate, non si dovrebbe giudicare chi non si conosce o prendersi certe libertà. Un grande ragazzo, che faceva parte di un grande gruppo di campioni che ti indicavano la strada: stava solo a noi non sbagliare e sprecare l’occasione. Auguro a Boateng e al Monza di approdare in Serie A, anche perché ci sono Berlusconi e Galliani che sono due grandissimi dirigenti. Persone che amano il calcio e di grandissima competenza, meriterebbero di nuovo di tornare ai massimi livelli. Ibra? Un mostro, nulla di ciò che fa è casuale. L’età per lui è solo un numero. Ha un carisma e una forza fisica impressionante, si diverte ancora a giocare e dà il mille per mille. Sposta gli equilibri e sono contento che sia ancora strepitoso come allora.»
IL MILAN DI OGGI – «Quando il Milan è partito, un anno e mezzo fa, nessuno si aspettava che arrivasse così rapidamente al secondo posto e alla lotta-scudetto. Maldini, Massara e mister Pioli stanno facendo un lavoro enorme e dando continuità, eliminando gli alibi del cambiamento societario ai giocatori. Allenandosi con Ibra e avendo continuità a livello di progetto e di società, quegli alibi sono svaniti. I giocatori attuali hanno capito che per stare ad alti livelli e indossare quella maglia si deve lavorare duramente. E i risultati arrivano. Kessie sta facendo un campionato pazzesco, sta facendo molto bene e la sua crescita è merito di Pioli: gli ha dato consapevolezza e tranquillità, così ha potuto mostrare le sue qualità. Kessie, Bennacer, Calabria e Calhanoglu crescono di anno in anno in maniera impressionante. Spero che possa farlo anche Leao, che ha qualità importanti.»
DONNARUMMA – «Gigio fa un altro sport, è uguale per doti e applicazione a Buffon con cui ho giocato da ragazzo. Lui e Theo Hernandez fanno un altro sport. Mi piace molto Tomori.»