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Nocerino su Ibra: «Chi non ha carattere non può giocare con lui»
Nocerino ha parlato di Ibra e del suo ritorno in rossonero, mettendo in chiaro i punti chiave del carattere dello svedese che conosce molto bene
Nocerino, quando si parla di Ibra non si può non parlare del giocatore che più ha beneficiato, ai tempi, della presenza del campione svedese. Undici gol nel 2011-2012, nel primo anno al Milan, merito anche di Ibra e lo sappiamo, capace come nessun altro di premiarne gli inserimenti. Attraverso Gazzetta dello Sport, Nocerino ha colto l’occasione per parlare di quanto sta accadendo: «Ci siamo sentiti, ma giuro che non abbiamo affrontato il discorso mercato, scelte troppo personali. Una cosa però la posso garantire: se Zlatan ha accettato la proposta del Milan è perchè crede nella sfida di rilanciare un gruppo così giovane. Lo renderà competitivo, vedrete, per tentare di tornare in Europa e per fare strada in Coppa Italia».
SULL’IMPATTO SPOGLIATOIO – «Chi lo vedrà entrare si ricorderà di cosa significa essere al Milan. Bergamo ha messo i giocatori di fronte all’evidenza: bisogna rimboccarsi le mani e alzare il livello, Ibra renderà la cosa immediata».
COME CAMBIERÀ IL MILAN – «Competitività, già in allenamento: Zlatan si infuria anche se perde una partitella. Personalità, sarà un bel ‘test’ per i compagni, perchè se non hai abbastanza carattere non puoi giocare con lui. E qualità: è un fuoriclasse che riesce a migliorare il rendimento di tutto il gruppo».
SULL’ETA’ – «Rischio? Se il 38enne è Zlatan no. Non capisco i dubbi i tifosi e osservatori, per un campione come lui l’età è solo un numero: mentalmente e atleticamente sta benissimo, e arriva da un campionato molto fisico come la Mls, gli basterà qualche settimana per tornare al top».
SULLA DIFFERENZA – «Certo, anche perchè nelle difese di A non giocano più i Maldini e i Cannavaro…Non so quanti gol farà, ma ne farà e l farà fare. Risolverà i problemi dell’attacco».
SU PIATEK E LEAO – «Con Zlatan non esistono problemi di compatibilità, l’importante è che attorno abbia gente di gamba che si butti dentro senza palla. Il sistema di gioco lo decide l’allenatore, ma per me è tutto molto chiaro: prima dai una maglia a Ibra, poi aggiusti il resto».