2015

Non ci resta che la storia

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Cambiano allenatori e moduli, ma la sostanza del Milan, da tre anni a questa parte resta la stessa, ineludibile. Un provincialismo triste e obbligato, dopo la perdita di classe patita in un sol colpo dai rossoneri nel 2012, con gli addii di pezzi da novanta come Ibra e Thiago Silva e il seguito dei senatori, troppo talentuosi per certi rimpiazzi delle ultime campagne del Diavolo. Anche variando le scelte, è impensabile ottenere traguardi che comunque la società non può esimersi dal proclamare, dato lo spessore calcistico della piazza.

Dall’esterno il Milan ha l’aspetto di un cantiere aperto in cui i lavori sono affidati a diversi capi con idee diverse, e a questo punto l’approdo in società di un nuovo socio quale Mister Bee, sembra poter rappresentare per davvero l’estrema ancora di salvataggio di un club che appare come quelle grandi società che hanno mantenuto la propria grandezza nella portata delle platee e nel nome che portano, ma che in fondo, del top club non conservano più nulla.

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