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Non eravamo da SCUDETTO prima, non siamo dei BROCCHI ora

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Il calcio è uno sport strano, con quel suo “panta rei” eterno che porta spesso opinionisti e tifosi a cambiare radicalmente opinione nel giro di pochi giorni. Questo è quanto accaduto al Milan che da possibile anti-Juve nel giro di pochi giorni è ora tornata ad essere una squadra ancora acerba, inconcludente e vittima del gioco avversario. La verità è che la vittoria contro la Juve non è stata frutto del caso ma delle qualità tecniche di una squadra che realmente in partita secca può competere con tutto e tutti ma che, e il match di ieri l’ha dimostrato, non possiede e forse non possiederà mai (mercato invernale permettendo) una struttura di squadra tale da mantenere una lunga continuità di risultati. Il Milan è questo: una Squadra con la “S” maiuscola ma con le altre lettere ancora piccole non ancora pronta a guardare tutti dall’alto verso il basso ma che ha nella futuribilità e nella spensieratezza di un presente ancora innocente i propri punti di forza. De Sciglio, Calabria, Locatelli, Donnarumma, Niang e Romagnoli sono i “Sei personaggi in cerca d’autore” dell’opera teatrale messa in scena da Vincenzo Montella che, come nel dramma Pirandelliano, solo a fari spenti potranno capire perfettamente quale sia il loro vero valore.

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