HANNO DETTO
Nuovo San Siro, Bonomi: «Richieste del Comune quasi impossibili, adesso…»
Giuseppe Bonomi, advisor del Milan per la costruzione del Nuovo San Siro, ha fatto il punto della situazione sul progetto
Intervistato da Radio Rossonera, Giuseppe Bonomi, advisor del Milan per la costruzione del nuovo stadio, ha dichiarato:
«Le riunioni del dibattito pubblico si sono chiuse a metà novembre, ma in realtà le indicazioni da parte del comune ci sono definitivamente pervenute nella seconda metà di gennaio. Questo perché c’è stato a metà dicembre un ordine del giorno votato dal Comune di Milano che ha sostanzialmente aderito allo spirito della proposta ponendo alcune condizioni ulteriori a quelle che in passato ci erano state imposte. La giunta comunale ha declinato le condizioni che noi dovremmo recepire nell’ambito dell’aggiornamento del PFTE, ovvero del “Progetto preliminare”, il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica dell’opera. Quali sono principalmente queste indicazioni? Uno sforzo economico ulteriore sostanzialmente: il Comune ci chiede di destinare 40 milioni di euro a progetti di interesse pubblico al di fuori dell’area dove verrà realizzato il nuovo impianto. Ci è stato chiesto poi di incrementare le superfici a verde: l’intera superficie dell’area interessata alla nostra proposta è di 280mila metri quadrati, e il Comune ci chiede di destinarne la metà a superficie a verde. Non solo, ci chiede poi di studiare soluzioni ingegneristiche che consentano di allontanare il più possibile il nuovo stadio da via Tesio. Ci chiede poi di incrementare però senza modificare l’ingombro della proposta, la capienza dello stadio fino a 70mila posti. In ultimo, ci è stato chiesto di ottenere la cosiddetta “neutralità carbonica”, quindi di non emettere CO2 durante i cantieri. Quest’ultima è un’impresa impossibile: normalmente questa si ottiene con compensazioni ambientali, ovvero andando ad acquistare altrove crediti ambientali (investendo in altre parti, addirittura al di fuori del paese di appartenenza, in interventi ambientali). Anche questo rappresenterà un appesantimento dal punto di vista economico dell’operazione. Stiamo valutando con i nostri tecnici queste condizioni anche per poter dare una risposta precisa al Comune sulla possibilità tecnico-economica di recepire le nuove indicazioni. Nuove, perché nel corso degli ultimi 3 anni ci sono state imposte altre prescrizioni. Non in ultimo, una drastica riduzione dei volumi costruibili sull’area: eravamo partiti da un indice volumetrico di quasi 0,7 metri quadri su metri quadri, mentre il Comune ci ha imposto una riduzione a 0,35. E’ facilmente comprensibile come questo ci abbia creato difficoltà nell’individuare la sostenibilità economica dell’intervento. Capienza? Se c’è la possibilità di andare a modificarla? Sicuramente sì, fino a che limite però potrò rispondere ad esito avvenuto degli approfondimenti tecnici che stiamo facendo. Una possibilità di incrementare la capienza rispetto alla proposta originaria di 60/65 mila è senz’altro possibile. Teniamo presente però che uno dei motivi principali che ci spinge ad investire in una nuova struttura è quello di avere un impianto moderno, tale da poter incrementare i ricavi da stadio e porci in una linea competitiva rispetto ai grandi club europei, che in media incassano 80-90 milioni di euro in più ogni anno rispetto al Milan. Come si incrementano i ricavi? Prevedendo vari spazi per la cosiddetta “hospitality”: luoghi che possono essere oggetto di abbonamenti con prezzi molto più alti rispetto a quelli ordinari del singolo posto. Nel corso del dibattito abbiamo cercato di spiegare che l’introduzione di questi spazi ci consentirà di fare una politica dei prezzi sulla parte residua dello stadio tale da consentire a chiunque l’accesso allo stadio, mantenendo prezzi accessibili. Credo sia un giusto equilibrio, visto e considerato che l’incremento dei ricavi rappresenta la leva principale per ri-acquisire competitività a livello internazionale, da qui l’esigenza di un nuovo stadio moderno. Nel nostro paese gli stadi sono obsoleti, l’ultimo stadio costruito è quello della Juventus, parliamo di 15 anni fa. Vincolo su San Siro? Siamo meno allarmati rispetto a quanto lo è il Comune. Dal punto di vista giuridico, riteniamo che l’eventuale vincolo apposto sarebbe illegittimo. C’è un vincolo che riguarda l’età ultra settantennale di un impianto, ma quello che c’era 70 anni fa era un organismo edilizio totalmente diverso da quello che c’è oggi. Se lo facessero è ovvio che si aprirebbe un contenzioso enorme, nel quale i primi danneggiati saremmo noi, titolati a richiedere il risarcimento del danno nei confronti del ministero».