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Ordine: «Ibra al Milan? Un gigante circondato da lillipuziani»

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Ordine ha voluto condurre un’analisa attenta sulla situazione attuale del Milan, post derby e la presenza di Ibrahimovic

Ecco le parole di Franco Ordine scritte all’interno de Il Giornale sulla situazione del Milan e del post derby.

Milan post derby – «Un gigante circondato da lillipuziani. Questo è il Milan uscito dal derby con le ossa rotte (quarta sfida milanese persa di fila. Non accadeva dall’83, prima dell’avvento di Berlusconi), la credibilità del nuovo corso ridotta ulteriormente e il futuro avvolto in una nebulosa»

Ibrahimovic – «Il gigante, naturalmente, è lui, Zlatan Ibrahimovic, autore a 38 anni e dopo una settimana tormentata, di un gol, un assist e un palo che sono tanta roba per il calcio italiano, non solo per il Milan di questi tempi. E se si riflette sul fatto che il via libera di Gazidis ed Elliott all’arrivo dello svedese prese il via dopo la durissima sconfitta di Bergamo (5 pappine dall’Atalanta), si capiscono tante cose e s’indovinano le prossime mosse del club, ostinatamente schierato lungo il crinale dei giovani a basso costo, tipo Saelemaekers, belga scelto da Moncada per rimpolpare una rosa sfoltita durante il mercato di gennaio»

Derby – «È accaduto cento volte anche prima di Ibra, si è ripetuto con Ibra che ha retto fino alla fine (palo sul 2 a 3 a pochi rintocchi dal gong) mostrando una condizione eccellente per l’età e in particolare per il piccolo acciacco patito nella settimana. Ha segnalato Ariedo Braida. «Se non ci fosse Ibra, sarebbero guai». Ha ricordato Zaccheroni. «Ho rivisto il derby perso quando ero sulla panchina interista 3 a 2». Non sono voci isolate di uno stato d’animo che se non ha rallentato la corsa al botteghino (per Milan-Juve di coppa Italia si viaggia sui 70 mila spettatori) ha dato corpo a un pessimismo cosmico con interrogativi rivolti alla proprietà e a chi guida il club.

Prospettiva – «Come intendono colmare la distanza siderale dall’Inter? I più scettici immaginano una prospettiva col Milan trasformato «nella seconda squadra di Milano». È proprio questo il risultato più avvilente del derby partito tra espressioni del tipo «non ci posso credere» e chiuso con «è la solita storia»»

 

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