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Ordine commenta la situazione Theo: «Due garanzie di fondo sulla squalifica. Lui deve onorare ruolo e stipendio»

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Le parole di Franco Ordine sulle colonne del Corriere dello Sport riguardo la situazione Theo Hernandez in casa Milan dopo la squalifica

Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, Franco Ordine ha rilasciato queste dichiarazioni riguardo il comportamento di Theo Hernandez nell’ultima uscita del Milan contro la Fiorentina.

SQUALIFICA – «Sulla squalifica, per due turni, di Theo Hernandez (salterà le prossime sfide con Udinese e Bologna) ci sono due garanzie di fondo da segnalare e una riflessione sul comportamento improvvisamente sopra le righe del francese (multa in arrivo) da approfondire. Il giudice sportivo Mastandrea ha spiegato la sanzione con la motivazione («per aver più volte e in maniera scomposta, rivolto una critica gravemente irriguardosa nei confronti del direttore di gara») che corrisponde perfettamente alle immagini del dopo-partita di Fiorentina-Milan (è intervenuto Morata per allontanarlo con decisione). La decisione è stata presa ieri mattina in treno dal giudice sportivo in viaggio verso Milano per partecipare a un convegno sulla giustizia sportiva. «Posso assicurare che il provvedimento è stato preso nella massima riservatezza e serenità» ha puntualizzato forse perché in quella stessa carrozza viaggiava qualche altro invitato allo stesso convegno di fede neroazzurra».

COMPORTAMENTO – «Il tema della squalifica di Theo Hernandez però è il comportamento del francese, nella circostanza investito del ruolo e della responsabilità di capitano del Milan. Qui bisogna fare un brevissimo riepilogo delle puntate precedenti. Quello di quest’anno è un Theo diverso nei gesti e nei comportamenti oltre che in qualche dichiarazione. In estate, dinanzi alla conferma espressa da Ibra, rispose con un interrogativo passato sotto silenzio solo perché in effetti non ci fu alcuna news di calciomercato a lui riferita. Dopo l’Europeo non brillantissimo, si è presentato a Milanello in spiegabile ritardo di condizione e alla prima esclusione (in Lazio-Milan) ha messo in scena il siparietto del cooling break (con Leao). A Firenze ha sottratto il pallone a Morata per calciare (e farsi parare) il primo rigore, alla fine ha dato vita alla protesta “scomposta” nei confronti di Pairetto, l’arbitro che ha fischiato due rigori di fila al Milan. Inutile prenderla alla lontana: c’è qualcosa che non torna nel comportamento di Theo. E qui le ipotesi possono essere due: una debole (non gli è stato ancora proposto il rinnovo del contratto in scadenza nel 2026, ma sarebbe cosa utile provvedere per tempo), l’altra è più consistente. E cioè che l’uscita di Maldini, il suo mentore e scopritore, unita poi a quella successiva di Pioli col quale ha avuto un ottimo feeling, gli abbiamo prodotto una inconscia disaffezione nei confronti del management rossonero smarrendo il riconoscimento dell’autorità del tecnico (Fonseca) e dello stesso Ibra, il “boss” dell’area tecnica. Su quest’ultimo punto forse un club attento e sensibile dovrebbe intervenire spianando la strada da eventuali insoddisfazioni. Ultima nota: Theo può anche non gradire tecnico e dirigenti del club ma da capitano del Milan deve onorare ruolo e stipendio fino all’ultimo giorno».

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