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Pancaro: «Fonseca, prosegui su QUESTA STRADA! Il Milan ha VINTO IL DERBY per questo motivo, Ibra ha un’INTELLIGENZA straordinaria, SOGNO DI TORNARE…» – ESCLUSIVA

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Pancaro: «Fonseca, prosegui su QUESTA STRADA! Il Milan ha VINTO IL DERBY per questo, Ibra ha un’INTELLIGENZA straordinaria». Le sue parole

Giuseppe Pancaro, ex giocatore del Milan e attuale allenatore di professione, si è concesso in esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito le sue dichiarazioni, dove ha mostrato tutta la sua profondità d’animo e conoscenza calcistica.

Che sensazioni ti ha lasciato la partita vinta contro l’Inter la scorsa domenica?

«La vittoria di domenica, da ex milanista, mi ha lasciato una sensazione bellissima. Questo è un successo molto importante per il Milan perché veniva da un inizio di stagione non positivo. La speranza è che quanto accaduto domenica sia la base di stagione per poter costruire una stagione da Milan perché io penso che abbia un organico forte. Forse solo l’Inter ha una rosa superiore: i rossoneri sono da secondo posto».

Il modulo 4-4-2 o 4-2-4 è un canovaccio tattico riproponibile?

«Io penso che il Milan non abbia vinto il derby per il cambio di modulo, bensì per l’atteggiamento dei suoi interpetri: tutti quanti difendevano e attaccavano. Io credo che sia giusto dare continuità a questo modulo con questi giocatori».

Come hai vissuto le voci della scorsa settimana riguardo a un possibile esonero di Fonseca?

«Secondo me è sbagliato mettere sulla graticola un allenatore dopo solo quattro giornate. Obiettivamente, però, il Milan le prime partite aveva dato una sensazione non positiva. Ripeto. comunque, il concetto di base: non si può buttare alle ortiche una progettazione dopo appena quattro partite. Noi allenatori – giustamente – dipendiamo da risultati ma, comunque, credo che ci voglia un arco di tempo di tempo maggiore per giudicare l’operato di un allenatore».

Secondo te è vero che all’interno della rosa del Milan mancano i leader?

«Le personalità all’interno dello spogliatoio ci sono. Stiamo parlando di una squadra forte: il Milan nelle prime giornate era soprattutto in difficoltà per un aspetto identitario».

Credi che nella rosa del Milan ci sia la mancanza di un vero e proprio mediano costruttore di gioco?

«Se andiamo ad analizzare le caratteristiche dei centrocampisti del Milan manca un vero e proprio playmaker. C’è però anche da dire che in giro (di giocatori di questo tipo, n.d.r.) non ce ne sono tanti!»

L’ultima partita Loftus-Cheek è rimasto in panchina: tra lui, Reijnders e Fofana a chi non rinunceresti mai?

«A me piacciono tantissimo tutti e tre. Se fossi l’allenatore del Milan e dovessi scegliere chi lasciare fuori sarei in grandissima difficoltà. Poi, inoltre, sono interpreti con caratteristiche diverse l’uno dall’altro e, insieme, si completerebbero anche bene».

Gabbia è in questo momento il difensore più affidabile all’interno della rosa del Milan?

«Gabbia, grazie al gol nel derby, si è garantito un futuro nel cuore dei tifosi del Milan a vita! Oltre al gol, comunque, ha svolto due interventi da grandissimo difensore. Anche Tomori e Pavlovic mi piacciono tantissimo».

Che ruolo sta ricoprendo Ibrahimovic?

«Ibrahimovic è un grandissimo personaggio con spiccata personalità e intelligenza. Penso che abbia tutte le qualità per ricoprire al meglio questo ruolo ma, anche a lui, va dato tempo».

Qual è il tuo ricordo più bello di Eriksson?

«Non me ne vogliano Ancelotti, Trapattoni, Lippi e Tabares: Eriksson è stato l’allenatore più importante della mia vita. Rimarrò legato per sempre a lui e sarà sempre vivo nel mio cuore».

Come ti è sembrata la Nazionale in queste due prime due uscite post Europeo?

«Non bisogna commettere l’errore di illuderci di aver risolto i problemi all’interno del nostro sistema. Noi siamo veramente indietro per quanto riguarda le strutture e i settori giovanili. Bisogna lavorare tanto e prendere spunto da chi le cose le sta facendo bene come ad esempio il movimento tennistico italiano».

A te piacerebbe un giorno allenare una squadra dove hai giocato?

«Quando ho iniziato l’allenatore l’ho fatto per il grande amore che ho verso il calcio. Un indomani mi piacerebbe allenare una squadra dove ho giocato: Cagliari cinque anni, la Lazio il Milan…».

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