Pellegatti a MN24: «Milan, punta allo Scudetto. Rinnovi? Ecco cosa risulta»
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Pellegatti a MN24: «Milan, punta allo Scudetto. Rinnovi? Ecco cosa risulta»

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Carlo Pellegatti

In esclusiva ai microfoni di Milan News 24, Carlo Pellegatti ha rilasciato qualche dichiarazione sul momento del Milan

Carlo Pellegatti è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare del momento attuale del Milan in vista di questo finale di stagione. Dalla lotta Scudetto a qualche indiscrezione di mercato e sulla situazione dei rinnovi di contratto. Ecco di seguito l’intervista completa al giornalista rossonero.

Un Milan che dopo due sconfitte di fila contro Napoli e Manchester United ha trovato una vittoria fondamentale a Firenze. Pioli dal derby perso per 0-3 ha posto l’obiettivo di fine stagione quello di centrare la qualificazione in Champions, Ibrahimovic nel post eliminazione europea ha invece rilanciato il sogno Scudetto. Lei quale crede debba essere il target da qui a fine stagione?

«Io sono totalmente d’accordo con Ibrahimovic, bisogna guardare avanti e, come ha detto anche Maldini, fare più punti possibili per non avere rimpianti. Poi alla fine guarderemo chi avremo davanti e chi dietro. Questa deve essere la filosofia, se continui a guardare dietro perdi le dimensioni. Il Milan ha dimostrato per 21 partite di essere il dominatore del campionato, ha perso il primo posto ma ha mantenuto per ora senza troppe difficoltà il secondo, grazie anche al bottino di vittorie del girone di andata. Merita di essere secondo e deve lottare per il primo posto.»

L’uomo del momento in casa rossonera è Fikayo Tomori, che lei ha soprannominato “Joystick”. In questo mese e mezzo ha giocato al fianco di Romagnoli, Kjaer e contro il Napoli anche con Gabbia. Una sua opinione sul giocatore ed anche, a dirigenza piacendo, in vista della prossima stagione, con quale partner può rendere al meglio?

«Si tratta di un giocatore così forte che non vedo grosse differenze. Indubbiamente con Kjaer può crescere di più perchè è uno che si fa sentire, più di Romagnoli che comunque al fianco di Tomori può anche lui crescere. Tomori è un giocatore aggressivo in maniera positiva con una punta di velocità nel recupero che è una cosa che mancava alla difesa del Milan che con Gabbia, Kjaer e Romagnoli ha tre giocatori forti ma simili. Da quello che so, il suo riscatto è il primo obiettivo per la stagione 2021/22.»

Oltre al difensore del Chelsea il Milan ha Brahim Diaz, Diogo Dalot e Meitè in prestito. Considerando quanto hanno mostrato sul campo e le richieste economiche dei rispettivi club, chi di questi tre merita la conferma l’anno prossimo?

«La richiesta economica sarà fondamentale. Il Milan, in accordo con i giocatori, può chiedere un prolungamento del prestito per i primi due in modo che conoscano ancora di più l’Italia e rendano meglio. Il prezzo fissato per Brahim Diaz e Diogo Dalot credo sia sui 20/25 milioni e non credo il Milan li metterà. Per quanto riguarda Meitè, il riscatto è di 8 milioni di euro quindi verranno fatte altre valutazioni. C’è da considerare il ritorno di Pobega o altre soluzioni come l’arrivo di Pessina. Il centrocampista del Torino non sfigura tra i quattro di centrocampo secondo me. Ha giocato bene in campo internazionale soprattutto nella partita di Manchester ed, immaginando un Milan in Champions League, qualsiasi campo sarà meno pesante dell’Old Trafford. Quella partita è stata molto importante per dimostrare che i rossoneri possono giocare a quei livelli. Con i titolari, il Milan avrebbe eliminato lo United.»

Guardando al capitolo rinnovi. Filtra un avvicinamento tra le parti per la questione Calhanoglu. Si parla di una chiusura vicina per la cifra di 4,5 milioni di euro fino al 2025. Lei che pensiero si è fatto sulla situazione del turco e le risulta di questo accordo vicino?

«A me risultava una situazione ancora di stallo sia per lui che per Donnarumma. Il Milan oltre i 4/4,2 non vorrebbe andare e con questa cifra per 3/4 anni investi in totale sui 30 milioni di euro. Il discorso è che se perdi a zero Calhanoglu devi comprare a 25/30 milioni un buon giocatore, non un mostro. A questo punto se la differenza è 250mila euro credo si trovi la soluzione, perchè a quelle cifre trovare uno come Calhanoglu è difficile e non hai garanzie che si inserisca così bene.»

Su Donnarumma, la Gazzetta qualche giorno fa ha riportato di un’offerta di 8 milioni di euro da parte del Milan. È una situazione di tira e molla che ricorda molto quella dell’estate 2016. Secondo lei i rossoneri dovrebbero fare come allora, quindi tentare un ulteriore sforzo per trattenere il giocatore, oppure cominciare a guardarsi intorno alla ricerca di eventuali sostituti?

«Il Milan ha fatto questa offerta che è il 30% in più rispetto a quanto guadagna ora, mi sembra un’offerta interessante. Sembra però che abbia in mano anche delle offerte sui 10/12 milioni di euro. Il Milan oltre gli 8 non va ed aspetta la risposta di Donnarumma. In questo momento non me la sento di fare un pronostico, perchè se davvero arriva un club come il PSG che offre 10 milioni penso che se ne andrà. Inoltre quando si parla di Mino Raiola, e degli agenti in generale, in queste situazioni ci sono da pagare le commissioni, quindi bisogna tenere conto anche di somme importanti per il procuratore. Oltretutto sembra che oltre i due anni di contratto non vogliano accettare, dunque se dai 8 milioni a Donnarumma più le commissioni all’agente per ritrovarti tra due anni punto ed a capo diventa complicato. Il Milan due anni potrebbe anche accettarli, ma alle cifre che decide il Milan. È una situazione che può riservare qualsiasi esito.»

Una delle immagini copertina della scorsa settimana è stata quella di Ibrahimovic in lacrime in conferenza stampa dal ritiro della Svezia parlando dei figli. Qualche settimana fa dichiarò in un’intervista con Ambrosini a Sky Sport che molto della sua decisione di rinnovare dipenderà da quanto gli mancherà la sua famiglia. Lei cosa ne pensa?

«Io credo che Ibrahimovic vuole rimanere al Milan ed il Milan vuole continuare con Ibrahimovic. Il discorso familiare è una valutazione, ma se la famiglia lo vede felice, anche se c’è da soffrire un anno, speriamo anche due o dieci, penso siano contenti. Io credo che Ibra voglia rimanere, giocare in Champions League e battere il record di giocatore più anziano a segnare in questa manifestazione che al momento detiene Totti. Io penso che giocare bene, perchè anche l’anno prossimo giocherà bene, a 40 anni in Champions è una soddisfazione che ti fa per un attimo dimenticare la mancanza della famiglia.»

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