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Perché alcuni appassionati di calcio credono nei portafortuna e nei rituali prepartita

Milan news 24

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fortuna giocopiccolo

Il calcio, per i tifosi, è passione, emozione, coinvolgimento e sostegno incondizionato verso la propria squadra. Prima di ogni partita, soprattutto per quelle più importanti, gli animi si scaldano e si preparano a una sfida senza esclusione di colpi. E chiaramente, tutti vorrebbero vedere vincere la propria squadra e i propri colori.

Ecco perché molti tifosi credono nei portafortuna e nei rituali prepartita. Sono tante le tradizioni, i gesti e le ripetizioni che si possono fare. In generale, ognuno ha il suo, che è dovuto a fattori personali, famigliari o addirittura culturali, come quando gioca l’Italia. 

In questo articolo, vedremo perché la pratica dei portafortuna e dei rituali prepartita sia così diffusa tra i tifosi, e parleremo anche di alcune di queste pratiche.

A ognuno il suo

Ognuno ha le sue modalità di prepararsi per una partita: c’è chi si veste in un certo modo, magari indossando una stessa sciarpa che ha portato fortuna in passato, oppure un anello speciale soltanto per quell’occasione.

Anche il posto sul divano può fare la differenza. Ognuno sceglie il suo e, qualora ciò cambiasse, il rischio è quello di portare sfortuna alla propria squadra. Naturalmente, non è vero che succede direttamente, ma spesso nascono delle storie simpatiche e condivise tra i membri di una famiglia o un gruppo di amici per cui un evento si verificherà (o non si verificherà) qualora si mettano in atto determinati comportamenti.

Il principio è simile a quello della smorfia napoletana, dove a ogni numero corrisponde un simbolo e un significato, e viceversa. Se l’argomento ti interessa, puoi trovare alcuni siti specializzati, come AskGamblers.com, che parlano di questo mondo affascinante e ricco di mistero, credenze e superstizioni. È tradizione comune, specialmente nel Napoletano e nei territori limitrofi (ma anche un po’ in tutta Italia), credere in questi simboli e nei numeri associati, poiché si dice che la vita ti possa presentare delle opportunità, oppure degli indizi nascosti, che altrimenti sarebbe difficile vedere. 

C’è anche chi sostiene che siano tutte assurdità, ma per chi ci crede abbastanza è invece qualcosa di divertente, che può veramente dare un maggiore senso di sicurezza e, chi lo sa, forse addirittura influenzare veramente l’esito degli eventi.

Tra i portafortuna più diffusi troviamo, per esempio, il cornetto, solitamente di colore rosso, che è un portafortuna generalizzato nella vita e, quindi, anche nel calcio. Poi ci sono le dita incrociate, l’abitudine di non dire ad alta voce che la propria squadra vincerà (per evitare di gufare), l’indossare gli stessi vestiti (come già detto prima), e persino buttare un pizzico di sale dietro al divano per scacciare la sfortuna… senza dimenticare i calci di rigore, in cui molti tifosi decidono di non guardare, temendo che porti male. 

Anche i calciatori hanno i propri riti portafortuna

La cosa veramente sorprendente è che anche i calciatori hanno i propri riti portafortuna, anzi: forse più dei propri tifosi, i giocatori sono abituati a mettere in atto dei piccoli gesti, simili a rituali, che li aiutano a entrare in campo con la giusta mentalità e la concentrazione necessaria per giocare bene. 

Per esempio, molti toccano l’erba del campo oppure la riga di demarcazione. O, ancora, è nello spogliatoio che si verificano questi gesti. 

A livello psicologico e comportamentale, questo è spiegabile con l’idea che la nostra mente, assieme a questi gesti, associa l’idea che è ora di entrare in gioco e si prepara ad affrontare la sfida con il giusto focus. Compiendo queste ripetizioni, il cervello entra automaticamente in una fase di “combattimento”, rendendo il corpo e la mente pronti a performare e a ragionare in modo tattico e aggressivo. 

Ma la cosa bella è che alcuni giocatori hanno dei veri e propri riti scaramantici assurdi: Pippo Inzaghi, per esempio, aveva l’abitudine di mangiarsi una scatola intera di biscotti Plasmon (sì, quelli per bambini), eccetto due, che restavano nella confezione. Anni fa, invece, negli anni ‘80, alcuni nomi importanti come Antonio Cabrini e Marco Tardelli entravano in campo un’ora prima, vestiti in tenuta borghese, e poggiavano sul dischetto del rigore una banconota da 100 lire. Così, per scaramanzia…

Invece, per avvicinarci ai tempi nostri, anche una leggenda come Cristiano Ronaldo ha i suoi riti prepartita che mai si dimentica di fare. Per esempio, lui si taglia sempre i capelli prima di una partita. Ogni volta? Sì, ogni volta. Anche se ha una partita ogni tre giorni. Insomma, avrà i suoi motivi per presentarsi in campo con un’acconciatura sempre curata, che peraltro, gli consente (stando alla scaramanzia) di fare numeri da record.

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