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Pioli: «Questo Milan può fare bene, ai ragazzi dico sempre una cosa»

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Stefano Pioli, allenatore del Milan, ha parlato all’evento ‘Campioni sotto le stelle’. Le sue parole sulla stagione dei rossoneri

Presente all’evento ‘Campioni sotto le stelle‘ di Biella, Stefano Pioli ha risposto alle domande dei giornalisti. Ecco cosa ha detto sulla stagione del Milan e non solo.

ERIKSEN – «C’era grande ansia per Eriksen e la presenza di Kjaer mi ha reso più partecipe. Simon ha fatto una cosa che non è da tutti i giorni. Io non avevo dubbi sulle sue qualità umane, ma la sua lucidità è stata incredibile. All’inizi ho pensato al peggio, ma poi è stato un grande sollievo per tutti quanti. Ne abbiamo parlato spesso in quel periodo, adesso però credo che Simon abbia bisogno di superare questo momento insieme al suo migliore amico. Ora cerchiamo di parlare di qualcos’altro, per cercare di dimenticare».

ANFIELD – «Strano che il Milan giochi ad Anfield per la prima volta. Non lo sapevo onestamente. Ci sarà sicuramente grande emozione, entriamo in uno stadio famoso in tutto il mondo per la passione e il calore dei suoi tifosi. Quando arrivi là, però, quello che conta è il campo. L’anno scorso abbiamo giocato nello stadio di Manchester che è fantastico e ci ha fatto impressione senza tifosi, posso solo immaginare come sarà a Liverpool: sarà una sfida molto stimolante. Il Milan si riaffaccia alla Champions con entusiasmo, dobbiamo pensare alle partite difficili come a delle grandi opportunità perché, se ne siamo convinti, anche il più grande ostacolo si può superare».

IBRA E GIROUD  – «Sono due grandi giocatori, ma hanno caratteristiche diverse tra loro. Olivier ci dà un punto di riferimento in profondità e fa presenza in area; Zlatan ormai è un regista offensivo: gli piace toccare più palloni e non star fermo dentro all’area di rigore. Penso che quando saranno tutti e due al 100%, mi auguro presto, potremo provare a farli giocare insieme. Non esserci riuscto prima è un peccato, ma non c’è ancora stata l’occasione. Credo si possa fare».

IBRAHIMOVIC – «Con Zlatan è facile andare d’accordo: siamo due persone molto dirette, ci diciamo quello che pensiamo e quando ci confrontiamo abbiamo sempre come primo obiettivo il bene della squadra. Zlatan non lo ammetterà mai ma è il primo a prendersi le proprie responsabilità perché è una persona di un’intelligenza e di una simpatia estrema. Sicuramente ci ha fatto crescere molto e darà ancora tanto per il Milan».

MILAN – «Quello che sto allenando, come ho spiegato anche ai giocatori, è il Milan più forte che ho mai allenato. I giocatori sono cresciuti tanto e sono più consapevoli e individualmente più forti. In Italia sono tutte potenzialmente forti: Inter, Juventus, Roma, Napoli, Atalanta e Lazio, noi compresi. Adesso però arriveranno le coppe, che porteranno via energie a qualche squadra. Noi dobbiamo provare a vincere ogni singola partita,  poi alla fine vedremo dove saremo riusciti ad arrivare».

AMBIENTE – «Rimango sempre sorpreso dai rapporti che ho con i magazzinieri e con tutte le persone con cui collaboro e vivo ogni giorno a Milanello. Mi fanno sentire come una persona diversa, anche se io non credo di fare qualcosa di speciale. Sono sicuro che anche i miei colleghi abbiano rispetto per i propri collaboratori. Arrivo a Milanello alle otto del mattino e me ne vado a casa alle sei di seraper passare del tempo con mia moglie o gli amici. Credo che sia giusto così e se devo salutare i tifosi lo faccio sempre volentieri perché fa parte del mio modo di essere e di fare. Sono una persona normale come tutti, con la fortuna di fare un lavoro che ho sempre desiderato. Sono molto soddisfatto e gratificato».

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