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Pirlo: «Piatek? Mi piace la sua cattiveria, mi ricorda Inzaghi. Icardi? Più campo e meno social»

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Pirlo a tutto tondo, il campione di Milan e Juventus si racconta, esprimendo il proprio pensiero non senza qualche freccia ben indirizzata

Pirlo, un nome ed una leggenda, lo conosciamo tutti calcisticamente ed ora cominciamo ad apprezzarlo anche nei modi di essere, ovvero con quella trasparenza sincera e mai banale, capace di analizzare situazioni e fatti senza ipocrisie e senza mai rinunciare a dire ciò che pensa veramente, così come dovrebbe essere nella normalità. l’ex centrocampista di Milan e Juventus, ha affidato i propri pensieri a Gazzetta dello Sport, partendo ovviamente, dalla vicenda di Icardi, prima di passare a questioni che lo riguardano più da vicino. «L’Inter resta, chi non gioca perde valore: se Icardi fosse stato ancora fermo, chi lo avrebbe voluto più? L’Inter un altro attaccante ce l’ha. Come rientrerà Icardi dopo essere stato fermo così tanto? Lautaro Martinez è più completo, fa giocare meglio la squadra, Icardi è più uomo gol. Ma possono giocare insieme. Wanda Nara? I procuratori vanno in sede, parlano, risolvono le cose lì dentro: ci sarebbe stato meno casino se tutto fosse stato meno pubblico, meno social».

TRA MILAN E JUVENTUS- «Piatek? Mi piace la cattiveria con cui cerca sempre la porta, quasi da assatanato: mi ricorda Filippo Inzaghi, sembra sapere sempre dove andrà il pallone. Per quanto riguarda la Juventus pretendente di Champions League mi sembra più forte del Barcellona, il Manchester City invece è pericoloso».

NAZIONALE- Il campione del mondo commenta così invece la mancata opportunità di essere il vice di Roberto Mancini in Nazionale. Pirlo attualmente è opinionista di Sky Sport, ma nel futuro potrebbe ripresentarsi l’occasione di tornare in bianconero magari con un altro ruolo: «Nazionale? Non hanno voluto: conflitto di interessi con il mio ruolo di talent a Sky. Per me non c’era conflitto e loro sapevano tutto, infatti all’inizio mi avevano detto che non ci sarebbero stati problemi. Nessun rancore, ma un po’ mi è dispiaciuto».

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