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VAR, ecco come funziona: tutti i quattro casi

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Il VAR entra nel vivo e presto sarà una realtà del calcio moderno, illustrati i quattro casi nei quali necessita un intervento tecnologico

C’è voluto un po’ Mercoledì scorso all’arbitro Doveri per decidere sul da farsi, alla fine la decisione: goal annullato ad Andrè Silva per posizione di fuorigioco al momento dell’ultimo tocco di palla di Antonelli. E proprio su questo tocco di Antonelli si sono accesi i dubbi dell’arbitro che prima ha convalidato il goal e poi è tornato sui suoi passi, riguardando l’immagine da bordo campo, prima di decidere. Doveri ha preso una decisione tramite il VAR, il nuovo sistema che consente all’arbitro di rivedere le immagini da bordo campo, prima di prendere la decisione definitiva. Goal annullato dunque, era un’amichevole, nessuno si sarebbe arrabbiato ma che succederebbe se capitasse durante una partita ufficiale? C’è da aspettarsi che questo possa accadere, ormai è la realtà dei nostri tempi, come spiegato dall’ex arbitro Internazionale Roberto Rosetti, responsabile del progetto italiano per il VAR.

VAR- La filosofia del VAR, riguarda il principio di “interferenza minima-massimo vantaggio”. Ciò significa che è sempre l’arbitro e non il VAR a prendere la decisione finale, compresa quella di stabilire che non sia stato commesso alcun errore e quindi non serva l’uso della tecnologia. Il principio è quello di correggere errori chiari ed incidenti gravi non rilevati che possano incidere sul risultato della gara.

I QUATTRO CASI- 1 Valutazione della regolarità di una rete che comprende anche i casi di fuorigioco; 2 Assegnazione o no di un calcio di rigore; 3 Espulsioni dirette (non per seconde ammonizioni); 4 Scambio di identità tra giocatori.

In ogni caso il VAR viene adottato solo dopo che l’arbitro ha preso una decisione (incluso il permesso di proseguire il gioco) o se un episodio importante non è stato visto dallo stesso arbitro e dai suoi collaboratori.

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