Sacchi: «Il Milan può vincere, ma sia squadra» – ESCLUSIVA
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Sacchi: «Vi racconto il mio derby di Milano. Il Milan può vincere, ma deve essere squadra» – ESCLUSIVA

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Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato in esclusiva a Milannews24 in vista del derby contro l’Inter. Le dichiarazioni

(intervista di Lorenzo Bosca) – Una manciata di ore separano Inter e Milan dal 238° derby della propria storia. I ragazzi di Stefano Pioli affronteranno alle 18 i nerazzurri targati Simone Inzaghi in una sfida che mette in palio la vetta della classifica in solitaria, oltre che naturalmente, il trono del capoluogo meneghino. Lo sa molto bene Arrigo Sacchi, uno degli allenatori più iconici e rappresentativi della storia rossonera. Insieme al ‘profeta di Fusignano’ abbiamo avuto il piacere e l’onore di discutere in esclusiva per Milannews24 a 360° proprio sulla stracittadina milanese. Dai derby del passato alla sfida di questa sera, passando per le emozioni che solo uno stadio come San Siro riesce a suscitare.

Buongiorno Arrigo. In città è ormai tempo di Inter-Milan. Qual è il suo ricordo più bello legato al derby di Milano?
«Quando facemmo la prima partita dopo il mio arrivo. Vincemmo 1-0, fu una vittoria importante. Venivamo da un momento complicato, per di più ci mancavano un paio di giocatori. Ricordo anche il mio secondo derby, quando nell’intervallo Altobelli urlò all’arbitro: ‘Li conti bene, questi sono in 15…’. In effetti li avevamo schiacciati e praticamente non passavano la metà campo. Tanto che il presidente alla fine della partita disse: ‘Peccato che non fosse un incontro di box, altrimenti avrei tirato la spugna’».

Questa sera proprio Inter e Milan giocheranno dinanzi ad un San Siro gremito di supporter nerazzurri. Crede che questo possa costituire uno scoglio per i ragazzi di Stefano Pioli?
«Non credo. I giocatori del Milan sono dei professionisti…non avranno paura».

Quale può essere allora per i rossoneri la chiave per vincere l’incontro?
«Vede, questa squadra quando ha l’iniziativa del gioco riesce a esprimersi al meglio, portando via l’iniziativa all’avversario. Questo aumenta le loro probabilità di successo. Nei derby vengono da una cinquina di sconfitte, ma ripeto il Milan è una squadra fortissima quando ha la capacità di prendere in mano la partita».

Ed è convinto che potranno esserci alcuni giocatori decisivi ai fini del risultato o alla fine sarà proprio il collettivo a fare la differenza?
«Il calcio è uno sport di squadra. Noi non avremo vinto una Coppa dei Campioni con Gullit che giocò una sola partita o un campionato con Van Basten che riuscì a giocare solo tre partite intere. Il calcio è uno sport di squadra e il Milan dev’essere un collettivo. Se non è un collettivo perde».

La vedremo allo stadio o seguirà la partita da casa?
«La guarderò attentamente da casa. Sperando in una cosa».

Ci dica…
«Che finalmente anche in Italia le riprese siano larghe, per vedere bene una squadra come si muove. In Francia, in Inghilterra, in Olanda e in Brasile lo fanno. Solo noi non lo facciamo. Non c’è Brad Pitt da fare le riprese strette. Vede, i padri fondatori di questo sport lo avevano pensato come uno sport di squadra e offensivo. Che oggi ha perso le sue caratteristiche originarie in Italia, dove lo abbiamo tramutato in uno sport individuale ed offensivo. Adesso anche con le riprese strette, basta con questa ignoranza».

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