Sala: «Il Milan sta valutando La Maura per costruire il nuovo stadio e Casa Milan»
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Sala: «Il Milan sta valutando La Maura per costruire il nuovo stadio e Casa Milan»

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Sala: «Il Milan sta valutando La Maura per costruire il nuovo stadio e Casa Milan». Le parole del sindaco di Milano sulla questione nuovo stadio

Beppe Sala ha parlato in una puntata del suo podcast della questione nuovo stadio di Inter e Milan. Ecco le parole del sindaco di Milano:

«Non pretendo, ovviamente, che tutti condividano la mia visione, ma oggi vorrei dirvi la mia sulla questione stadio, sulle decisioni di Milan e Inter e sulle sorti di San Siro. Semplificando questa storia inizia con il cambio di proprietà di Milan e Inter. Per le nuove proprietà la questione dei bilanci si è fatta più stringente e, nella loro testa, la questione nuovo stadio significa due cose fondamentali: uno la possibilità di aumentare i ricavi e due la consapevolezza che un club calcistico lo puoi cedere il momento di cederlo più facilmente se questo club ha uno stadio di proprietà o se ha almeno un progetto approvato dal Comune per realizzarne uno nuovo.

Quando Inter e Milan sono venute da me per cominciare a parlare di stadio, io ho subito proposto loro di avviare una grande ristrutturazione di San Siro essendo assolutamente disponibile a cedere loro la proprietà dello stadio; però devo dare atto alle squadre che, in maniera molto netta, mi hanno detto che era un’opzione che non potevano nemmeno considerare. Poi è innegabile che il percorso ha preso molto tempo sia per la procedura amministrativa, le verifiche tecniche che perché all’inizio le squadre hanno chiesto volumetrici (cioè la possibilità di costruire hotel, uffici, centri commerciali) non compatibili con le regole del Comune. Certo, ad essere onesti non possiamo ignorare che una parte del Consiglio Comunale, anche della mia parte politica, il nuovo stadio non l’ha mai veramente voluto, soprattutto se la cosa dovesse comportare il sacrificio del vecchio stadio. Una volta la questione era che San Siro non dovesse essere abbattuto, poi continue richieste alle squadre di miglioramento del progetto, dalla distanza delle case alla capienza, frutto del dibattito pubblico e dei consigli comunali, e così via. E anche questa è una verità storica.

Come è una verità che, ad oggi, le squadre non ci hanno formalmente comunicato la rinuncia al progetto a cui hanno lavorato insieme nell’ultimo periodo (cioè la costruzione di un nuovo stadio nell’area dell’attuale San Siro che ne prevederebbe, comunque, l’abbattimento). La procedura è ancora in atto e le squadre devono risponderci formalmente. Nel frattempo, però, il Milan ha fatto un passo in preciso. Pur in maniera informale, ci ha comunicato che sta valutando una nuova opzione, sita nell’area chiamata La Maura. Questa nuova ipotesi di localizzazione significa due cose: andare a costruire su un altro terreno privato e non pubblico e sganciarsi dall’Inter; questa seconda cosa non la commento, la riporto solamente. La proprietà mi ha comunicato che ha bisogno di tre settimane per studiare un master plan che definisca l’intervento e che, da quanto capisco ad oggi, riguarderebbe solo la stadio e Casa Milan, non altre costruzioni. E l’Inter? Si fa filtrare una ipotesi di localizzazione fuori Milano, ma io non ho conferme in proposito. Quello che vorrei che fosse chiaro è che nessuno li manda via da San Siro, ma non posso sostituirmi a loro nelle decisioni che li riguardano.

Credo infine che questa lunga e ancora non definita storia abbia una sola grande certezza: le due squadre non vogliono più stare a San Siro e nessuno può costringere a ristrutturarlo. Per me, dunque, è doveroso impegnarmi fino in fondo affinché si trovi una soluzione alternativa nel Comune di Milano. Poi, se per qualsiasi motivo questo non accadesse, io voglio essere tranquillo di aver fatto tutto affinché ciò avvenisse, con buona pace di chi, in questo momento, commenta a sproposito senza proporre una soluzione. Sono finiti i tempi gloriosi di Berlusconi e Moratti, anche se noi tifosi ne abbiamo un po’ di nostalgia. Inter e Milan hanno bilanci in perdita e non sono enti filantropici: dobbiamo giungere ad una soluzione che tuteli i loro interessi e, al tempo stesso, quelli della città».

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