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San Siro Milan, Ferrari (WeBuild) spiega: «Questi i punti fermi per la ristrutturazione, su San Donato…»

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Massimo Ferrari, general manager di WeBuild, società che si occupa della ristrutturazione di San Siro, aggiorna sui piani del Milan

Intervenuto sulle frequenze di Radio Rossonera, Massimo Ferrari, general manager di WeBuild, si è espresso così sul progetto di ristrutturazione di San Siro che coinvolge Milan ed Inter.

RISTRUTTURAZIONE SAN SIRO – «Abbiamo raccolto una volontà unanime di esplorare in maniera professionale questa opportunità. Indipendentemente dai progetti delle singole squadre, c’è un periodo piuttosto lungo di diversi anni nei quali continueremo ad andare a San Siro a vedere le partite e non solo, ci saranno eventi di altro tipo. Se la spesa è ragionevole, poi vedremo a quali condizioni, è un’ipotesi win-win per tutti i soggetti. Sicuramente per le squadre, per la società congiunta e anche per il Comune in quanto dà una prospettiva di futuro e fa anche delle verifiche strutturali su San Siro».

PUNTI FERMI – «Prima della nostra riunione interna di kick-off del progetto con il sindaco e le squadre per raccogliere le loro indicazioni e per chiedere la documentazione disponibile, un punto fondamentale che abbiamo raccolto è la verifica della tenuta strutturale di San Siro. Realizzata in più fasi, la più antica risale a 100 anni fa. Sono già stati fatti degli studi naturalmente, e c’è un monitoraggio costante da parte del Politecnico di Milano che speriamo ci venga messo a disposizione. Poi c’è la necessità di migliorare alcuni servizi, dai bagni agli ascensori. C’è il tema del terzo anello, in parte inagibile e in parte può essere completato e risolvere alcune tematiche di insonorizzazione».

TEMPISTICHE – «La parte più desiderata dalle squadre è chiaramente l’incremento dei posti cosiddetti VIP e di tutte quelle attività che sono propedeutiche agli sponsor e a questo tipo di clientela. Questa è una cosa che potrebbe essere realizzata anche al di fuori dello stadio. Dico anche perché può essere complementare all’ipotesi che prevede solo uno sviluppo di quest’area tra il secondo e il terzo anello. Tutte cose da verificare, raccolte le indicazioni di tutti i soggetti inizieremo a farlo a brevissimo. Poi ci potrà essere un esito positivo e uno negativo. Nell’ambito dell’esito positivo, soluzioni diverse che si possono realizzare in 2/3 anni, tenendo conto che ci saranno l’inaugurazione delle Olimpiadi Invernali e probabilmente la finale di Champions League 2026/2027. Lo stadio va comunque reso compatibile con le norme FIFA e UEFA».

SAN DONATO – «Lo stadio nuovo, per quanto si corra e tutto proceda nel migliore dei modi, ha bisogno di 7/8 anni almeno per quanto riguarda San Donato. Io la vedo, almeno per ora, come una soluzione complementare. Poi le squadre hanno dichiarato di continuare comunque l’avanzamento dei loro progetti. Poi se ad un certo punto scopriranno che San Siro, come il Camp Nou, venisse magicamente ristrutturato non durante la stagione sportiva e raggiungesse gli obiettivi senza richiedere impegni di investimento… queste sono tutte scelte che competono agli azionisti».

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