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Sconcerti: «Perché tutti si sorprendono? È un Milan da sesto posto»
Consueto editoriale del lunedì mattina di Mario Sconcerti sulle colonne de Il Corriere della Sera: ecco l’analisi sul Milan
Dopo un’ora abbondante di buona partita, il Milan si è sfaldato dopo il gol subito da Dzeko, permettendo alla Roma di espugnare San Siro con un 2-0 che non è l’immagine più coerente dell’andamento del match. I rossoneri, però, hanno dimostrato carenza in zona gol, faticando sempre a trovare la soluzione vincente per arrivare alla conclusione in porta, sebbene quella con la Roma sia forse la migliore partita da inizio stagione.
L’ANALISI DI SCONCERTI – Ecco il commento di Mario Sconcerti in merito alla situazione in casa Milan:
«Sento dire che il Milan va giustificato perché avrebbe comunque giocato bene. È strano non capire che il problema è proprio questo. Si può perdere e spesso ci si riesce, se si gioca male. Se si perde giocando normalmente vuol dire che quella è la nostra normalità contro un tipo di avversari. In sette partite il Milan ne ha perse tre, tante. Può essere giusto discutere l’allenatore in questi casi, ma dicendo cosa gli si rimprovera. In sostanza il tecnico evidenzia i propri errori o segue la caratura della squadra? Perché il Milan dovrebbe battere la Roma? A me sembra che il Milan si adatti poco agli avversari per cercare di essere un Milan che non c’è più. È certamente migliore di quattordici squadre, ma è peggiore di almeno cinque. La domanda vera davanti alla grande sorpresa attuale è perché tutti si sorprendono? In un campionato così lineare, c’è poco per dire che il Milan sia più forte in generale del Bologna o del Torino. Il Milan ragiona da Milan senza esserlo. Lo diventerà, ma non oggi, forse dopodomani. I social si ribellano, ma non giocano a pallone. Il calcio non funziona coi social, ha delle regole piuttosto fedeli. Non basta l’amore, non basta la speranza. Il calcio è social perché è come noi. E nella vita perdere è un’evenienza
sempre probabile, specie quando si è vissuto in fretta».