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Sconcerti: «Ibra è già il passato, ora è giusto cambiare»

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Mario Sconcerti si esprime sul futuro di Zlatan Ibrahimovic al Milan: ecco le parole del giornalista sulle colonne de il CorSera

Intervenuto sulle colonne de il Corriere della Sera, Mario Sconcerti si è soffermato sulle parole pronunciate da Zlatan Ibrahimovic la scorsa settimana:

«In fondo è quello che dice anche Ibrahimovic senza vergogna: se arrivavo dall’inizio potevamo vincere lo scudetto. Che è la soluzione ideale per dire che la squadra è niente senza di lui e giustifica il rifiuto che sembra opporgli il nuovo che arriva. È troppo pieno di sé Ibrahimovic e più l’età avanza, più ha bisogno lui di allargarsi a copertura di uno spazio inversamente proporzionale. C’è molto in lui del vecchio Milan, quello che è ancora stabilmente settimo proprio perché ha bisogno di vivere nel passato fino in fondo. Ibra è uno straordinario giocatore di ieri, che non è poco, ma non è più abbastanza grande per turbare la ricerca di un nuovo equilibrio. Niente esime dall’errore prossimo, ma niente nemmeno deve convalidare quello del passato. Questo Milan dolce, così così, poco ambizioso, contento del sufficiente, tormentato dalle confessioni ormai troppo frequenti del vecchio svedese, si sta spegnendo per esaurimento. Senza rimpianti. Non c’è niente da trattenere di tanti anni passati a vuoto».

RANGNICK – «Giusto adesso non ricominciare da capo, ma tentare una strada diversa. Chi non conosce Rangnick basta s’informi. Non è un ragazzo, ha 62 anni, da 21 lo chiamano il professore. Può essere un altro Sacchi, un altro Zeman, può darsi si consumi nello stesso modo, ma si è conquistato il diritto di essere una diversità. Non ha diritto all’ignoranza».

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