HANNO DETTO
Serginho racconta: «Milan Juve la vedo così! Scudetto? Questa squadra può scappare. Su Leao e Theo dico che…»
Serginho racconta: «Milan Juve la vedo così! Scudetto? Questa squadra può scappare. Su Leao e Theo dico che…». Le dichiarazioni
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ecco le dichiarazioni rilasciate dall’ex Milan Serginho in vista della sfida di San Siro tra i rossoneri e la Juventus. Un big match tradizionale della Serie A con in palio molto, sia per la squadra di Fonseca sia per quella di Thiago Motta.
LUTTO – «Per un padre perdere il figlio è una cosa che non ha una spiegazione – ci ha raccontato – e il dolore che si prova non si può descrivere a parole. La forza per andare avanti mi viene prima di tutto da Dio perché io sono molto cre- dente e penso che nella nostra vita ci sia un suo piano per ogni cosa che ci capita: la visione umana non arriva a comprenderlo, ma ognuno ha una missione. Purtroppo per mio figlio il piano di Dio lo ha portato in cielo. La sua mancanza la sentiamo tanto la sua mamma, suo fratello e io. Cosa mi dà la forza di andare ancora avanti? Devo svolgere nel migliore dei modi la missione che Dio mi ha riservato. Non ha portato via mio figlio per lasciare nel dolore e nella sofferenza un padre e una madre. Noi viviamo nel suo nome (del figlio,ndr) e la sua memoria sarà sempre nel nostro cuore. Sarà lui a darmi la forza di uscire da questa situazione».
TIFO MILAN – «Dal popolo rossonero mi sono sempre sentito amato, fin dal primo giorno. Ogni volta che vado a San Siro è una grande emozione sentire i loro cori e il loro affetto. Dopo la tragedia di agosto, il loro sostegno, quello del club e dei miei ex compagni mi ha dato una forza in più per camminare, per andare avanti».
MILAN JUVE – «Una gara difficile da leggere perché arriva in un momento non ideale: le due squadre hanno avuto alti e bassi e si aspettavano qualcosa di più da questo inizio di stagione. Hanno avuto, diciamo, un po’ di instabilità a livello di gioco e risultati. Un big match così non ha un favorito. Il Milan a San Siro avrà il sostegno dei tifosi e questo può compensare la differenza di punti in classifica. I rossoneri hanno cambiato allenatore, calciatori e sistema di gioco: era inevitabile una certa instabilità. Ci vuole tempo sia ai giocatori per assimilare i concetti del nuovo tecnico sia a Fonseca per conoscere la rosa. In tre mesi non è possibile sistemare tutti i problemi che c’erano lo scorso anno».
MOTTA – «Conosco bene Motta e ci siamo affrontati tante volte in campo. Fare l’allenatore alla Juve e al Bologna è una cosa diversa, perché a Bologna non hai quella responsabilità di vincere a ogni costo che respiri tutti i giorni alla Juve. Ciò premesso, Thiago ha tutte le qualità e le capacità per far bene. Anche a lui, come a Fonseca, va dato tempo di lavorare. Spero che si tolga delle soddisfazioni dalla settimana prossima (ride, ndr)».
SCUDETTO – «Il campionato è apertissimo e non vedo una squadra destinata ad andare in fuga: i rossoneri e i bianconeri possono vincere lo scudetto, a patto che trovino continuità di rendimento. L’Inter subisce qualche gol in più dello scorso anno, ma ha dimostrato il suo valore ed è un pelo in vantaggio rispetto alle altre. Con Conte anche il Napoli però è da temere».
VLAHOVIC – «Non sta segnando come alla Fiorentina, ma è un punto di riferimento per la Juve. Meglio non trovarselo contro».
LEAO – «Rafa è il più forte del Milan, quello che fa la differenza. Non capisco chi non ha pazienza: vedrete a maggio quante partite ci avrà fatto vincere. Non saranno poche… Bisogna togliergli un po’ di pressione».
THEO – «Vale lo stesso discorso fatto per Leao: cosa si aspetta la gente da un terzino sinistro? Cinquanta assist e dieci gol in una stagione? È reduce da quattro annate super e può starci che dopo l’Europeo non abbia iniziato al massimo».
JUVE – «A Bremer auguro di tornare il prima possibile. Douglas Luiz ha le caratteristiche per essere protagonista anche in Italia, ma deve adattarsi. Danilo? Non si discute. I calciatori però non sono macchine che tutti gli anni vanno al 100% ed essere utilizzato sia centrale sia a destra un po’ di confusione gliela crea. Emerson Royal a Madrid ha fatto molto bene contro Vinicius, mentre in A…».
MANCHESTER – «La finale di Champions a Manchester quando ho segnato uno dei rigori della serie finale. La porta sembrava piccola piccola. Ancelotti, il migliore tecnico al mondo, ci ha preparato alla grande».