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Shevchenko, difficile scegliere tra Gattuso ed Ancelotti

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Shevchenko alla vigilia i Milan-Napoli, una sfida che vedrà a confronto due amici del campione ucraino, reduci del grande Milan

Andriy Shevchenko, citato più volte in questi giorni per via delle assonanze con Piatek, ha parlato del Milan ai microfoni de Il Giornale. Assonanze chiaramente per quanto riguarda l’età simile con la quale hanno raggiunto la società rossonera e per la freddezza sotto porta. Per quanto riguarda il campo ovviamente è ancora tutto da dimostrare ma una un’altra cosa che accomuna i due giocatori è sicuramente la personalità ed il carattere forte e determinato, emerso proprio ieri in conferenza stampa da parte del polacco, nato pronto per sua stessa ammissione.

Intanto Sheva, pallone d’oro rossonero,  ha commentato il passaggio di testimone da Higuain a Piatek. Ecco le sue parole: «Non so cosa abbia fatto andare in crisi Higuain, tutti possiamo avere alti e bassi durante la carriera. Lui e Bonucci via dal Milan? Non so quali possano essere stati i loro motivi, so che indossare questa maglia deve essere sempre considerato un onore. Con Piatek Cambia poco, sono due giocatori d’area che amano finalizzare, Higuain aiuta molto di più nella manovra ma entrambi possono contribuire alla ricerca del risultato giocando vicino alla porta. Uno ha più forza fisica, l’altro più rapido. Higuain ha scritto grandi pagine della storia del calcio, Piatek è una promessa che ha già iniziato a dimostrare le sue grandi capacità. Milan da Champions anche senza Higuain? Assolutamente sì. Anche se con l’argentino sarebbe stato più avvantaggiato».

ANCELOTTI-GATTUSO- Uno era il tecnico, l’altro un suo compagno di squadra, difficile paragonarli e metterli a confronto soprattutto quando si è coinvolti personalmente: «Chi ha più bisogno di vincere? È difficile da dirsi, il Napoli deve vincere per rimanere attaccato alla Juve e il Milan deve vincere perché è fondamentale arrivare quarti. Gattuso ha dimostrato di poter contrastare anche i grandi maestri e in questo caso Ancelotti, un allenatore a cui piace un certo tipo di calcio e gestisce molto bene il gruppo. La mano di Gattuso si vede nella continua ricerca del gioco, cosa che fa da sempre e nello spirito di appartenenza che sta cercando di trasferire».

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