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Lazio, Inzaghi piange ancora: (anche) questa volta ce l’ha col Milan
Simone Inzaghi non si smentisce: il tecnico della Lazio continua a mandare frecciate più o meno indirette nei confronti del Milan
«Bisognerebbe chiedere a Maran, l’allenatore del Chievo, se è contento del VAR. Mi sono espresso più volte sull’argomento. Per me il calcio non è più calcio, perché si sta troppo fermi. Si passa più il tempo al monitor che in campo. Tocca abituarsi a questa tecnologia che sta rallentando e condizionando le partite». Sì, l’ha detto davvero. L’allenatore della Lazio, ai microfoni della RAI, ce l’ha (stranamente) con il Milan: l’astio con il club rossonero è partito dal gol di braccio di Patrick Cutrone, giudicato involontario sia dall’arbitro, che dal VAR. Inzaghi più volte è ritornato sull’episodio, andando contro a quello che rappresenta la sentenza del Giudice Sportivo che ha valutato e omologato come non volontario – e quindi non colpevole – il tocco dell’attaccante rossonero.
La protesta di Inzaghi nei confronti del Milan aumenta e trova un’altra ‘tappa’ ieri, al termine di Lazio-Bologna. Nel post-partita, come detto sopra, il tecnico biancoceleste, piuttosto che cercare di analizzare il calo dei suoi – solo due punti nelle ultime tre, il Milan gliene ha recuperati sette in quindici giorni ed ha una partita in meno -, si concentra sul calcio di rigore concesso – giustamente – dal VAR per il tocco di braccio di Tomovic e sul gol – giustamente – convalidato a Cutrone. Insomma, Inzaghi non nasconde il fatto che prediliga esultare per un gol ‘scorretto’ senza VAR piuttosto che attendere e ricevere una conferma, aspettando un lasso di tempo tra 30 secondi e 1 minuto, della sua veridicità.