Pioli sullo scudetto: «Juve favorita. Sul mio Milan dico che...»
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Pioli dà le carte al campionato: «Juve favorita. Ecco qual è la strategia del mio Milan e da dove nascono i terzini dentro al campo»

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Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha parlato della sua idea di Milan e della corsa scudetto in campionato: per il tecnico Juve favorita

Intervistato dalla rivista Il Nuovo Calcio, Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha dichiarato:

EVOLUZIONE DEL SUO CALCIO – «Certamente c’è stata un’evoluzione, deriva dalla passione con cui affronti ogni giorno il campo, dalla curiosità che ti porta ad aggiornarti, a vedere tante cose. Sono vent’anni che alleno prime squadre, se penso come lavoravamo allora con il mio staff…ci sono stati cambiamenti su qualsiasi aspetto, sulla parte tecnico-tattica, sulla preparazione fisica, sulla comunicazione, sul rapporto coi giocatori, i giocatori stessi sono completamente differenti, anche da me come calciatore. Adesso sono preparatissimi, chiedono molto, pretendo- no tanto, a volte anche troppo, in termini di conoscenze».

GIORNATA TIPO A MILANELLO – «Si comincia dalla colazione obbligatoria insieme, un’ora prima dell’inizio tutti nello spogliatoio, attivazione individuale secondo piani personalizzati, coi preparatori o da soli. Compresa la prevenzione. Prima di entrare in campo i ragazzi svolgono una parte aerobica sul tapis-roulant, quindi si esce e via. Riscaldamento tecnico? Quasi mai. Gli aspetti legati alle gestualità col pallone, come detto, li facciamo prima o dopo la sessione, quasi sempre dopo, a dire il vero. Considerate comunque che di settimane standard da sette giorni durante la stagione ce ne sono pochissime. Le prime tre dell’anno, ad esempio, ma già dopo la prima sosta per le nazionali abbiamo 7 partite in 21 giorni. Abbiamo fatto bene in preparazione e in questo periodo, siamo partiti presto, rosa quasi completa, lo sapevamo… volevamo un inizio del genere».

TERZINI DENTRO IL CAMPO – «Da dove è nata questa idea? Dalla preparazione dei miei colleghi italiani. Dalla soluzione di giocare uomo su uomo di diversi avversari, soluzione che ti obbliga a trovare contromosse. Se affronti squadre che lavorano a uomo, devi pensare a come creare loro difficoltà, in caso contrario non ti resta che vincere tutti gli 1vs1. La prima volta che l’abbiamo fatto è stata contro l’Atalanta, abbiamo usato Calabria e Theo molto ‘dentro’ per portare via i loro esterni. E’ chiaro che prendo spunto anche da quello che fanno in campo internazionale, Guardiola ha adottato spesso questa soluzione. L’importante per me è che i giocatori sappiano cosa devono fare. Sono contenti di farlo. E abbiano le caratteristiche giuste, Calabria nasce mezzala. Se avessi esterni bassi di sola corsa, farei altro probabilmente. I giocatori vanno messi dentro un’organizzazione, dentro a dei principi, a dei concetti… che ti permettono di avere un determinato equilibrio. Dopo che è nata l’idea, si usano i video, si va sul campo e quando percepisci che la sentono loro è fatta».

STRATEGIA DEL MILAN – «Strategia per noi significa che studiamo a fondo l’avversario, valutiamo cosa ci propone in termini di spazi da sfruttare, dove possiamo creare delle superiorità o delle parità numeriche e prepariamo la gara. Non vuol dire che ci adattiamo a chi affrontiamo, ma che lo consideriamo per capire come, secondo i nostri principi, possiamo essere pericolosi. Lo studio è meticoloso, minuzioso. Dobbiamo sapere tutto, ad esempio come vengono a prenderti sulla palla dal fondo, con quanti uomini, in parità, in inferiorità… Che poi, vista la nostra filosofia, saranno sempre in inferiorità numerica. Noi abbiamo il portiere che ci regala l’uomo in più. Quindi giochiamo sempre di principio. Però c’è un altro aspetto importante, imparare a contare. Contare per capire se siamo in parità numerica, in inferiorità o superiorità. In parità (e inferiorità, ndr) non possiamo attaccare in quella zona, dobbiamo girare palla, andare sull’altro lato del campo o da un’altra parte. Questo nel possesso. In non possesso, in parità si aggredisce, in inferiorità no. Tornando a quando abbiamo palla noi, se ci contrastano uomo su uomo significa che abbiamo, come già detto, un 3vs 3 o un 4vs4 in zona offensiva. Quindi possiamo sfruttarlo. Abbiamo elementi offensivi con determinate caratteristiche, li abbiamo voluti così proprio per questo. Comunque, ogni avversario, pur scegliendo la parità numerica, lavora in modo differente. Noi, in sede di preparazione alla partita dobbiamo saperlo. Ad esempio, il Torino veniva 1vs1, ma ti lasciava libero il portiere. Maignan ha avuto 8 di possesso palla individuale, una cosa incredibile. Allora abbiamo aperto i centrali e lui avanzava. Lo spazio esterno non era dei terzini ma dei centrali. Studiamo cinque gare degli avversari di staff, io guardo l’ultima. Prendiamo in esame come ci aggrediscono, come fanno le uscite sui terzini, sul vertice basso, dove concedono parità e dove inferiorità in modo da capire in quali settori possiamo prevalere. Pensiamo di preparare bene la partita a tal punto che quando gli avversari propongono qualcosa di diverso, lo intuiamo immediatamente. Poi sai, c’è il videoanalista in tribuna e io, durante l’incontro, mi occupo solo della tattica. Niente proteste, niente distrazioni. La mia concentrazione deve essere totale. Se su un esterno basso pensiamo esca un interno di centrocampo e poi lo fa un quinto, tanto per fare un esempio, lo intuiamo subito. E soprattutto il giocatore in questione e i compagni sanno come comportarsi. Ormai hanno fatto un percorso con noi sanno riconoscere certi spazi e cosa fanno gli avversari. Non deve essere un problema. Devi aver pronto un piano A, il B e pure il C».

IDEA DI GIOCO – «Come può essere sintetizzata? Semplice. Se l’avversario è aggressivo e vuole toglierci subito il possesso, viene con tanti uomini e noi abbiamo una parità numerica alta, un 3vs3 o un 4vs4 a seconda delle scelte. Dobbiamo saperla sfruttare, si può andare subito là. Se non accettano questo e ci lasciano giocare, proviamo a controllare la partita».

CORSA SCUDETTO – «Juve favorita perchè non ha le coppe? Il torneo sarà molto competitivo, le squadre che possono competere per le posizioni di vertice sono quelle. E non giocare in settimana aiuta. Molto. Scendere in campo ogni tre giorni ti consuma a livello mentale all’inizio, poi durante la stagione anche per quanto riguarda il fisico! Dopo la pausa per le nazionali, c’è stato il derby, poi la preparazione della gara con il Newcastle, quindi il Verona.. c’è uno dispendio notevole di energie. Per certi versi, quindi, i bianconeri sono i veri favorita».

DOPPIE SEDUTE – Credo che la gestione del riposo sia fondamentale. Quando posso, concedo volentieri un day-off. E apprezzatissimo, non perché i ragazzi non fanno niente, ma perché recuperano e tornano ad allenarsi con una voglia diversa. Preferisco un allenamento in meno, ma quello dopo fatto al massimo, che due mezze sedute al risparmio. A proposito, dimenticavo: ho cancellato anche le doppie sedute. Avere una squadra poco reattiva il giorno successivo mi serve a poco».

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