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Taarabt: «Milan? Ho fatto bene ma mi hanno massacrato»
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Adel Taarabt racconta la sua esperienza al Milan: oggi lo incontra da avversario
Arrivato, quasi per caso, al Milan a gennaio 2014, l’esterno marocchino classe ’89 Adel Taarabt si presenta al pubblico rossonero con un gol pregevole contro il Napoli al San Paolo, sebbene poi il risultato dica 3-1 per gli azzurri quel giorno. Ora, l’ex QPR e Tottenham è in prestito dal Benfica al Genoa, prossimo avversario di Montella.
LE PAROLE DI TAARABT – Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Taarabt ha voluto ricordare così i sei mesi in maglia milanista, chiusa con 16 presenze ed un bottino non male di quattro reti:
«Quell’esperienza al Milan mi ha massacrato mentalmente. In rossonero ho fatto bene, volevo rimanere, eravamo sul punto di firmare. Poi è arrivato Inzaghi che ha fatto altre scelte. Tornare al Qpr, dopo aver giocato in Champions, con campioni come Kakà, mi ha fatto male. Balotelli? Un amico. Tre settimane fa è stato qui a Genova a trovarmi, io sono andato a Monaco a incontrarlo, insieme al mio ex presidente Briatore. Lui è come me: abbiamo bisogno di affetto. Fin da ragazzino ti dicono che sei fortissimo e sarai un campione, ma poi cresci e non è facile. Mario ha un cuore enorme, ha trovato un presidente che gli vuole bene, ritornerà grande».
VECCHIO MILAN – «Ci sono Zapata, Montolivo e Abate. Sfidarlo resta un’emozione: con loro ho vissuto 6 mesi bellissimi, al top in un club fantastico. Ora hanno cambiato tanto e con 11 nuovi non è facile costruire la squadra, ma è importante che il Milan abbia investito molto e insegua il top. Lo è per tutto il calcio italiano».
PROBLEMA PESO – «Ingrasso facilmente, ma ad incidere è la vita fuori del calcio. Io ero single, mi piaceva uscire con gli amici, andare al ristorante. Però quando hai 23 anni puoi farlo, a 28 no, devi cambiare stile di vita. E l’ho fatto. Così ho ritrovato me stesso e l’amore per il calcio. Io sono pazzo per questo sport, guardo tutte le partite, conosco tutti i giocatori».
JURIC E IL GENOA – «Ho voluto subito troppo, non ho gestito bene la situazione e in allenamento ho mollato un po’. Con Juric devi andare sempre a mille. Lui però è corretto, se gli dimostri che hai capito resetta tutto e si riparte».