Tonali: «Derby, Milan, Ibra e mondiale. Ecco la mia storia»
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Tonali: «Derby, Milan, Ibra e mondiale. Ecco la mia storia»

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Sandro Tonali. intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, ha parlato della sua crescita per diventare un giocatore del Milan

Sandro Tonali. intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, ha parlato della sua crescita per diventare un giocatore del Milan. Ecco la sua intervista integrale.

Voto al Milan per questo inizio di stagione – «Bisogna scindere il Campionato e la Champions League. Premesso che il 10 ora non lo darei mai, preferisco aspettare maggio quando sapremo qualcosa in più, adesso darei un bel 9. Stiamo dimostrando di essere una squadra vera e questo dà forza».

Differenza tra Champions e Serie A – «Non riusciamo a capire nemmeno noi il motivo di tale gap. Sono competizioni differenti: in Europa le prestazioni ci sono state ma per una serie di particolari, quali situazioni avverse e decisioni arbitrali dubbie, i punti non sono arrivati».

Milan favorito per lo scudetto – «Assolutamente no. Il campionato è lunghissimo. Tuttavia, ognuno di noi è convinto di poter vincere quest’anno perché siamo partiti forte, abbiamo dimostrato di essere una squadra forte e che vuole restare lassù».

Tatuarsi il tricolore – «I miei tatuaggi sono per la famiglia e per il mio cane. Non vedo però il motivo di non tatuarmi qualcosa che mi legherebbe per sempre ad essa».

Il Milan schiaccia big – «Per storia e blasone i big match dobbiamo vincerli sempre. Sono sfide che si preparano da sole e se le vinci capisci che puoi vincere con tutti. C’è da dire che è più complicato pensare ai match contro le squadre dall’altra parte della classifica, noi abbiamo faticato per esempio contro il Venezia».

Su Napoli e Juventus – «I partenopei hanno fatto bene anche l’anno scorso e quindi lotteranno fino alla fine, non sono stupito. Sorpreso invece dai bianconeri che sono così staccati, siamo abituati a vederli sempre in alto. La Juve resta però una grande squadra».

La sua miglior prestazione e il gol all’Atalanta – «Sono soddisfatto del mio inizio di stagione in generale. Non ho una preferenza. Segnare a Bergamo, per me che sono cresciuto al Brescia, devo dire fa un certo effetto. Sicuramente è stato uno dei miei gol più importanti in carriera».

La crescita rispetto allo scorso anno – «A volte la testa ti fa fare degli scatti senza che tu te ne accorga. Il fatto anche di essere stato acquistato dal Milan mi ha tranquillizzato. Mi hanno aiutato molto i miei perché nei momenti di difficoltà ci sono sempre. Insieme ai miei amici e alla mia ragazza siamo un gruppo unitissimo».

Su Pioli – «A lui do molti meriti per il mio percorso. Lo scorso anno ha capito le mie difficoltà e mi ha messo nelle migliori condizioni per esprimermi. Lo stesso vale per i miei compagni. Cerca di aiutare tutti anche fuori dal campo, è eccezionale».

Su Ibrahimovic – «Zlatan ti aiuta a fare il salto di qualità mentale. Ti spinge in partita, in allenamento, in spogliatoio e perfino a casa. Ha un carisma pazzesco. All’inizio mi metteva soggezione, poi ho distinto il Tonali tifoso da quello calciatore ed è davvero bello averlo come compagno e amico. Lui è l’uomo chiave di tutto: quando si accende cambia la partita».

Chi è il più temuto dell’Inter – «Sono una bella squadra e stanno facendo bene. Noi però siamo il Milan e non temiamo nessuno. Barella? Lui è un amico oltre che un grande giocatore. In nazionale mi ha aiutato molto e lo ammiro per la grinta che mette ad ogni incontro».

Il favorito del derby – «Questa è una partita a sé. Impossibile fare pronostici».

Sull’interesse dell’Inter nel 2020 – «Sono dinamiche che non conosco. Mi ero staccato da tutto e da tutti. Ora sono dove sognavo di essere».

In caso di offerte di Top Club – «Non cambierebbe nulla. So i sacrifici che ho fatto per arrivare qui e lasciare questa maglia sarebbe un errore. L’idea di diventare una bandiera mi piace. Sarebbe un sogno. Non è facile, devi diventare grande ovunque: in campo, a Milanello e fuori dal campo».

Sul Mondiale in Qatar – «Sicuramente è un mio obiettivo. Ma è presto per pensarci».

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