Tonali: «La maglia del Milan è stato un peso. Su Leao...»
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Tonali: «La maglia del Milan è stato un peso. Su Leao…»

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Tonali: «La maglia del Milan è stato un peso. Su Leao…». Il numero otto rossonero si racconta e racconta i suoi compagni

Ai microfoni di DAZN, intervistato da Massimo Ambrosini, il rossonero Sandro Tonali si è raccontato, tra passato e presente:

L’INFANZIA – «Ho iniziato da attaccante, poi sono diventato centrocampista. Il mio idolo? Lampard del Chelsea, avevo la sua maglia che mi è stata regalata; poi sono arrivate quelle del Milan. La mia passione per il Milan nasce grazie a mio padre, tifoso rossonero. Mi portava sempre in curva, a volte anche in trasferta. La mia prima volta a San Siro è stato un Milan-Chievo 1-0 con un gol di Seedorf all’ultimo minuto con un tiro all’incrocio dei pali». 

L’ARRIVO AL MILAN: «I primi giorni sono stati un delirio, così come tutto l’anno è stato difficile perché sentivo il peso di indossare questa maglia. Ho avuto paura, era tutto diverso, sono cambiato pure io con difficoltà e con alcuni ostacoli, ma con l’aiuto di Pioli ho superato tutto. Ho parlato tanto con il mister, mi ha aiutato tanto. E adesso sta facendo lo stesso con altri giocatori che stanno vivendo quello che ho passato io»

LA RIPRESA – «Il secondo anno è stato diverso, mi sentivo più sicuro e questo mi ha permesso di fare il salto di qualità, tirando fuori quello che avevo dentro»

DE KETELAERE – «Sta succedendo la stessa cosa che è successa a me, sta pagando la pressione di essere sotto i riflettori. E’ un grande giocatore che deve ritrovare sicurezza. Una partita giusta sarà la chiave di svolta. Deve andare bene una partita e poi vedremo il vero De Ketelaere»

LEAO – «E’ un ragazzo particolare, è un buono sia dentro che fuori dal campo. Quando si accende, andiamo in porta in un secondo e solo due uomini posso fermarlo. Ha un grande talento, è il più forte e deve mettere questa qualità in campo sempre»

IBRA – «Ogni volta che perdi lui ti massacra, ma se vinco una partitella lo prendo in giro»

CRISI E CAMBIO MODULO – «Da dopo Milan-Roma, con sono riuscito ancora a darmi una spiegazione. Ci siamo sempre allenati al 100%, ma in partita perdevamo fiducia, eravamo troppi fragili. E’ stata una follia avere quelle 7-8 partite, ne possono capitare due o tre, ma sette sono troppe. Difesa a tre? Non è stato semplice cambiare tutto, però era un cambiamento necessario». 

CHAMPIONS – «Tutti noi sappiamo che è la competizione più bella che si può giocare. Non ci siamo dati un obiettivo, ma siamo ambiziosi e vogliamo giocare liberi di testa e di gambe»

IL DESIDERIO – «Cosa chiederei a Santa Lucia? La finale di Champions. Per vincerla chiaramente…»

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