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Totti: «Se non sono diventato un giocatore del Milan è stato per mia madre»
Francesco Totti parla di un suo trasferimento al Milan, poi sfumato, quando aveva solo 12 anni. Fu la madre a far saltare l’affare
A pochi giorni dall’uscita della sua biografia, Francesco Totti, leggenda del calcio italiano e della Roma ha parlato a Venerdì del proprio passato e delle voci di calciomercato, da lui confermate, riguardo un suo possibile trasferimento al Milan: «Quando avevo dodici anni i rossoneri erano pronti a sborsare 300 milioni per avermi. In quel caso il no fu della mia famiglia. Soprattutto i di mia madre. È vecchia fatta alla vecchia maniera: apprensiva, possessiva. Papà lavorava fino a tardi. Era sempre lei a starmi dietro. Non voleva che mi allontanassi. Mi voleva tutto per sé».
Sul cucchiaio a Van der Sar ad Euro 2000: «In quel caso avevo davvero scommesso con Maldini, Nesta, Di Biagio che se fosse finita ai rigori io avrei fatto il cucchiaio. Mi sfottevano: parli così in allenamento, in partita è diverso. Ma il giorno dopo, quando andando verso il dischetto dissi che avrei mantenuto la parole, mi scongiuravano di ripensarci: “Sei scemo? Guarda che se lo sbagli c?ammazzano!».
Il rapporto con gli altri tifosi: «Ci può sempre essere il cretino che ti insulta o ti fa la battutaccia, ma quando li incontro per strada la maggior parte dei laziali sono sportivi, mi fanno i complimenti. E anche quelli delle altre tifoserie se mi vedono in tribuna a Bergamo, Milano, Torino… e pensare che quando giocavo mi facevano a pezzi. Forse anche allora gli piacevo, ma non lo potevano dire».