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Un anno di Milan, Fassone fa chiarezza soprattutto su acquisti e cessioni
Marco Fassone prova a fare il punto della situazione ad un anno dall’avvento della nuova proprietà cinese, attenzione al mercato, vero punto di snodo finanziario rossonero
Il nuovo Milan di proprietà cinese compie un anno, oltre alla lettera del presidente arrivano le parole di Marco Fassone a fare chiarezza, in un momento dove la soglia di criticità rischia di raggiungere livelli molto alti ma questo dipenderà dalle future decisioni Uefa. Queste le parole dell’amministratore delegato alla Gazzetta dello Sport: «A livello gestionale pensavo avrei avuto qualche difficoltà in più, visto che era un primo anno di rodaggio. Invece sono arrivate risposte molto buone dalle persone all’interno del club, una reazione più positiva del previsto da parte dei tifosi, cosa che non era scontata, e anche se c’è qualche rimpianto per la prima parte campionato al di sotto delle aspettative, poi è stata trovata la rotta giusta. Sono contento anche della parte extra campo. L’azienda cinese è partita, siamo gli unici ad avere una company in loco con un management cinese, e non un semplice ufficio commerciale. Il progetto stadio prende corpo settimana dopo settimana, che si tratti di San Siro rivisitato o uno stadio nuovo. La parte commerciale ha funzionato bene, con sette sponsor nuovi. E il botteghino è andato molto meglio del previsto. Il bilancio è positivo, la strada è quella giusta, siamo in linea con le previsioni».
RIFINANZIAMENTO E QUESTIONE UEFA – «Il rifinanziamento si farà, anche se le modalità sono ancora in discussione. Ci sono tre opzioni che Mister Li sta valutando. Non c’è urgenza di farlo domattina, ci sono ancora sei mesi. Mi sento abbastanza sereno che avvenga nei tempi previsti e con sufficiente margine per non arrivare a ottobre. Poi, certo, se si arrivasse a un finanziamento su cinque anni, e non a sei mesi, dovrei fare meno salti mortali per le licenze nazionali e internazionali. Però ci convivo. L’appoggio della proprietà c’è sempre stato, gli innesti di capitale sono continuativi e frequenti e hanno consentito di lavorare senza mai arrivare al fondo del barile. Però, ripeto, l’auspicio è quello di non arrivare a ottobre: se chiudessimo un paio di mesi prima, magari quattro, sarei più sereno. Nel giro di una settimana-dieci giorni dovrebbe arrivare da Merrill Lynch la proposta definitiva da sottoporre a Mister Li. Quando inciderà il rifinanziamento sull’esame dell’Uefa? Credo che nel settlement agreement impatti meno rispetto al voluntary. Penso che in questo momento conti di più la pianificazione dei prossimi tre anni e come il Milan intenda rientrare nei paletti del fair play finanziario. E poi la discussione verterà sulla tipologia di sanzioni per le violazioni degli anni scorsi, mi auguro che il rifinanziamento resti più sullo sfondo. Anche perché Elliott in quest’ottica ha già garantito per iscritto l’impegno a far fronte a qualunque eventuale criticità. Auspico che aggiungendo alle altre cose anche questo, il tema possa essere facilmente archiviato. Non mi aspetto sanzioni tali da limitare molto le manovre sul mercato. Di certo il saldo fra investimenti e uscite sarà molto più leggero dell’anno scorso. Qualcosa di coerente con i ricavi attuali, che sono sui 215-220 milioni l’anno».
ELLIOTT – «Il loro è un finanziamento che ha covenant (paletti, ndr) serrati, con verifiche bimestrali. Servono a controllare che si operi bene e i piani vengano rispettati. Diciamo un controllo della corretta gestione. Ma i rapporti con loro vi assicuro che sono ottimi. Possibilità che il Milan finisca a Elliott? Mi pare strano, ai confini dell’impossibile, che avvenga questo per un presidente che ha messo così tanti soldi in un club, e continua a metterli. Il Milan andrebbe a Elliott solo se Mister Li non facesse più aumenti di capitale, dunque mi pare un’ipotesi molto remota. Nella mia testa penso che non succederà. Il Cda ha indicato le scadenze per i prossimi versamenti e da qui al 30 giugno arriveranno regolarmente rate che servono per chiudere la stagione al meglio. Siamo tutti molto sereni. Il Milan dal punto di vista finanziario e economico sta benissimo, mentre l’opinione comune talora potrebbe essere ingannevolmente indotta a credere che ci siano dei problemi. Invece non ci sono: se analizziamo serenamente i bilanci, vediamo che il Milan non è affatto messo male. E poi vorrei ricordare che nell’acquisire il Milan Mister Li ha indebitato se stesso. Ha fatto un investimento che pesa solo su di lui, alleggerendo il club dal punto di vista debitorio. Futuro roseo? Dipende da noi. Davanti non ci sono ostacoli così grandi da dire ‘attenzione, non si può più crescere’. L’unico limite è il fair play finanziario, che da un certo punto in poi impone di contingentare gli investimenti, anche se hai voglia di farli».
MERCATO – «Il Milan avrà un consolidamento della rosa. L’80-90% dei giocatori ha reso in linea, o sopra le aspettative. Comunque non avremmo potuto spendere 240 milioni se non fossero state fatte diverse cessioni assolutamente non scontate, e una serie di plusvalenze vere, su giocatori non semplici. Mirabelli ha fatto un gran lavoro. Ora arriveranno correzioni progressive: i tifosi possono aspettarsi due/tre giocatori nuovi nei punti ritenuti critici. Cessioni obbligate? Numeri alla mano, a livello finanziario non avrei l’obbligo di fare cessioni, ma avendo fatto un punto della situazione con ds e allenatore, posso dire che ci saranno entrate e uscite. Donnarumma? Da parte di tutti noi c’è totale fiducia, è uno dei pilastri e nella nostra testa Gigio sarà il portiere titolare molto a lungo. Se mi ributterei in questa avventura? Assolutamente sì, è bellissima. Farei fatica a pensare a qualcosa di ancora più gratificante e soddisfacente».