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Vendita Milan, la procura apre un fascicolo per un reato che non c’è
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo che, al momento, non presenta ipotesi di reato o indagati relativi all’operazione che ha portato l’acquisto del Milan a Yonghong Li la scorsa estate
TRE SOS – «Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell’A.C. Milan», aveva spiegato ai cronisti lo scorso 13 gennaio il procuratore di Milano Francesco Greco. Ora il dipartimento guidato dal procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale ha aperto un ‘modello 45’, dove ha raccolto il rapporto della Guardia di FInanza che contiene le tre segnalazioni e che al momento, da quanto si è potuto capire, non sarebbero state effettuate rogatorie o altre attività d’indagine. Il club rossonero era passato nell’aprile dello scorso anno dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle dell’imprenditore cinese Yonghong Li per 740 milioni di euro e con l’utilizzo di fondi off shore. Le tre “segnalazioni di operazioni sospette”, arrivate all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia e da questa trasmesse al Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, erano state raccolte lo scorso dicembre in un rapporto di una decina di pagine consegnato al procuratore aggiunto De Pasquale. Sulla base di questi atti ricevuti dalle Fiamme Gialle gli inquirenti stanno valutando come procedere nelle indagini (ad esempio, si potrebbe attivare una rogatoria in Cina) che potrebbero portare all’iscrizione di un fascicolo con ipotesi di reato. Per vicende di questo tipo, aveva precisato due mesi fa il procuratore Greco, «così fumose e complicate, dove non si sa quali siano le parti in causa», non si procede subito alle iscrizioni.