Vigorito: «Inzaghi se lo esonero lo voglio in attacco, fa ancora certi goal...»
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Vigorito: «Inzaghi se lo esonero lo voglio in attacco, fa ancora certi goal…»

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Filippo Inzaghi

Vigorito alla Gazzetta dello sport, il presidente del Benevento ha parlato della sua squadra tra segreti, futuro e qualche rimpianto

Vigorito alla Gazzetta dello sport, il presidente del Benevento ha parlato della sua squadra tra segreti, futuro e qualche rimpianto.

L’ESPERIENZA INSEGNA- «Perché stiamo facendo un torneo diverso. Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza passata e siamo ripartiti dalla B dei record finita la scorsa estate. Abbiamo tenuto gran parte dei giocatori che ci hanno portato in Serie A conducendo un campionato strepitoso e questo la dice lunga. Stiamo andando oltre quello che pensavamo e questi punti li meritiamo tutti. Le 4 vittorie esterne? Ci piacciono i record…».

CON MILAN IMMERITATAMENTE- «E le dico che abbiamo perso immeritatamente tirando 34 volte col Sassuolo, 24 col Milan e lì sbagliammo pure un rigore. Non abbiamo mai segnato pur con tutti questi sforzi».

PROBABILMENTE UN ATTACCANTE- «Se penso alla partita che abbiamo appena vinto a Cagliari mi viene da dire che non ci serve nessuno. Ma è possibileche uno arrivi. Il nostro direttore sportivo, Pasquale Foggia, è molto attivo. Vede, fino alla scorsa estate c’era qualche calciatore di alto livello che qui non voleva venire. Ora, invece, stanno capendo in tanti che qui c’è l’ambiente giusto e l’aria buona del Sannio».

INZAGHI IL NOSTRO SEGRETO- «È il nostro segreto. Anzi il vero segreto è il feeling che si è creato tra lui e Foggia. Hanno giocato insieme. Pasquale era convinto della scelta di Inzaghi. Da noi c’è molto rispetto dei ruoli e questa intesa è importante».

IN PANCHINA O IN CAMPO- «Ho detto a Pippo che se lo esonero lo rimetto in campo,
ma da centravanti. Pensi che quando si allena con la squadra fa ancora certi gol e bisognerebbe vedere come esulta».

SU SCHIATTARELLA- «Innanzitutto è un napoletano, come Roberto Insigne e Riccardo Improta. Quindi gente che sente anche il territorio. Schiattarella è riuscito qui, da noi, a far venir fuori quello che aveva dentro, lo spirito del combattente. Alla Spal giocava in un altro ruolo. Qui è la guida. E il lockdown ci ha insegnato a conoscere una gran persona».

CENTROCAMPO ESPERTO- «Beh non arrivano neppure a 100 anni in tre… Esperienza e qualità. Un bel centrocampo».

PARLARE ALLA SQUADRA- «Il ruolo dei genitori non è quello di sostituirsi, ma bisogna osservare e intervenire al momento giusto con i ragazzi. Io ho due figlie femmine, Rosanna e Valentina, sposate con due ex calciatori che sono stati anche qui, Palermo e Landaida, argentino. Mi è servito molto. Sono nonno di quattro splendidi nipoti. Li vorrei citare: Mattia, Jacopo, Nicolas e Ludovica. Il più grande ha 20 anni, il più piccolo uno e mezzo».

I SUOI GENERI- «Lavorano nelle mie scuole calcio».

ANCHE LE SCUOLE CALCIO- «Anche. Ho fatto l’avvocato per tanto tempo, ora nell’azienda agricola produco la birra allo zafferano. Sono anche editore, ho la tv con 30 dipendenti e il quotidiano Il Roma».

NO AL PREMIO PARTITA- «Ma no. Però per la promozione non era previsto. E l’ho dato
ugualmente»

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